Il Mar Glaciale Artico potrebbe essere stato riempito di acqua dolce durante le ere glaciali.
In un recente studio pubblicato sulla rivista Nature è emerso che nelle ultime ere glaciali il Mar Glaciale Artico sia rimasto totalmente isolato dal resto dell’oceano.
Il Mar Glaciale Artico o Oceano Artico, come riconosce l’Organizzazione Idrografica Internazionale, è situato nella regione dell’Artico che si estende su terre appartenenti ad altri continenti tra cui Asia, Europa e America. Proprio per questo Artide non è un continente, come invece lo è Antartide.
Nell’ambito del riscaldamento globale degli ultimi anni si è avuta una marcata diminuzione dei volumi e della superficie dei ghiacci artici, dimostrati dalle osservazioni satellitari ma anche da altri studi che hanno riportato varie interpretazioni dell’evoluzione di queste aree circostanti il Polo Nord.
Lo studio
Le condizioni climatiche antiche e il comportamento degli oceani sono spesso ricostruiti analizzando i sedimenti marini.
Lo studio geochimico dei sedimenti ha suggerito che durante i periodi glaciali più recenti il bacino del Mar Glaciale Artico si è riempito di acqua dolce per migliaia di anni.
L’elemento della tavola periodica indagato è il Torio (Th); uno dei due elementi primordiali significativi che si trovano ancora radioattivi naturalmente in grandi quantità (l’altro è l’Uranio).
Nello specifico gli autori basano le loro teorie sul Torio 230 (230Thex) prodotto dal decadimento dell’uranio disciolto che è naturalmente presente nell’acqua di mare e tipicamente nei sedimenti depositati negli ultimi 450.000 anni.
Attraverso i carotaggi nel ghiaccio artico e dei mari del nord gli scienziati hanno osservato che l’elemento 230Thex è assente in alcuni degli strati deposti negli ultimi 200.000 anni.
Geibert et al. ipotizzano che la presenza delle piattaforme di ghiaccio presenti potrebbe aver arginato i mari nordico e artico, interrompendo così gli afflussi salini atlantici e permettendo dunque all’acqua prodotta dal loro scioglimento di riempire i bacini isolati.
In figura viene riportato un disegno guida di come le spesse piattaforme di ghiaccio si estendano nei mari nordici fondendosi con la cresta sottomarina Groenlandia-Scozia.
Ulteriori analisi geochimiche e fossili potrebbero aiutare a sostenere o contestare l’affermazione che il Mar Glaciale Artico avrebbe potuto essere d’acqua dolce e portare dunque ad una rivalutazione di quanto drasticamente questa regione possa subire dei cambiamenti.
È sotto gli occhi di tutti (ci auguriamo) che la regione artica stia subendo rapidi cambiamenti ambientali e conoscere gli avvenimenti del passato è di fondamentale importanza per comprenderne l’evoluzione.