Una grossa voragine si è aperta questa mattina a Firenze, sul Lungarno Torrigiani, a pochi passi dal Ponte Vecchio. Il cedimento, avvenuto intorno alle 6.30, ha inghiottito una ventina di auto che si trovavano parcheggiate in quel punto. Non ci sono stati feriti, ma due palazzi contigui alla grossa voragine sono stati evacuati per precauzione, anche se le autorità escludono al momento un rischio di crollo. Migliaia di persone sono senz’acqua in queste ore a causa del danneggiamento della tubazione dell’acquedotto. Proprio una perdita nella tubatura dell’acquedotto sarebbe la causa del cedimento. La perdita, probabilmente di piccole proporzioni, ha imbibito il terreno fino a causarne la liquefazione.
La liquefazione del terreno è un fenomeno conosciuto in geologia. Si presenta quando la resistenza al taglio del terreno viene annullata dalla presenza di acqua in pressione. Per arrivare a questa situazione “estrema”, la pressione dell’acqua dev’essere tale da annullare le forze che agiscono fra ogni granulo del terreno: forze che, in condizioni normali, fanno sì che il terreno sia un mezzo solido resistente a sollecitazioni. Le particelle vengono allontanate le une dalle altre ed il terreno si liquefa.
Solitamente la liquefazione dei terreni avviene laddove siano presenti sabbie, o comunque terreni inerti privi di coesione (sono quindi escluse le argille, per esempio). È un fenomeno che si presenta spesso in caso di terremoto, perché lo scuotimento del terreno fa sì che i granuli si separino gli uni dagli altri, arrivando in determinate condizioni a liquefare il terreno. È allora che si formano i noti vulcanelli di sabbia, manifestazioni che si sono viste ad esempio in seguito al terremoto in Emilia del maggio 2012. In certi casi i fenomeni di liquefazione possono creare danni molto seri, con collasso di edifici e strutture viarie (anche se questo dovrebbe essere scongiurato attraverso una attenta pianificazione delle strutture, attraverso studi geologici e geotecnici).
Nel caso della voragine di Firenze, molto probabilmente la fuoriuscita di acqua dalle tubature ha fatto sì che la pressione interstiziale dell’acqua fosse tale da provocare il collasso della struttura terreno. Il terreno liquefatto ha poi avuto una facile via di “fuga” nel vicino Arno. Proprio l’Arno ha avuto probabilmente un ulteriore ruolo nel cedimento. I sedimenti che compongono le rive dell’Arno hanno aiutato inoltre il fenomeno di liquefazione, essendo perlopiù sabbie e limi, quindi materiali inerti.