Quest’anno il premio Nobel per la Fisica è stato attribuito al ricercatore italiano prof. Giorgio Parisi, per i suoi gli studi sulla fisica dei sistemi complessi.
Il prof. Parisi ha contribuito con le sue ricerche ed i suoi studi ad elevare il campo delle conoscenze in diverse materie, cui ha applicato con successo le sue teorie.
Durante il suo recente intervento alla Camera dei Deputati, sul clima ha affermato: “L’Umanità deve fare scelte essenziali”
Il premio Nobèl (nella sua corretta pronuncia in lingua svedese), è il prestigioso riconoscimento, accademico ed economico, attribuito in vari campi scientifici, letterari e sociali dalla Fondazione svedese Nobèl.
Quest’anno è stato attribuito, per gli studi sulla fisica dei sistemi complessi al ricercatore italiano prof. Giorgio Parisi.
Giorgio Parisi, ricercatore e docente universitario, Università La Sapienza (Roma) è il sesto fisico italiano insignito con il prestigioso riconoscimento dall’Assemblea dei Nobèl al Karolinska Institutet di Stoccolma in Svezia.
Ecco chi lo ha preceduto:
-
Il primo Nobel per la Fisica ad un italiano è stato assegnato nel 1909 a Guglielmo Marconi.
A lui si deve lo sviluppo di un efficace sistema di telecomunicazione a distanza via onde radio, ovvero la telegrafia senza fili o radiotelegrafo, che ebbe notevole diffusione, la cui evoluzione portò allo sviluppo della radio e della televisione e in generale di tutti i moderni sistemi e metodi di radiocomunicazione che utilizzano le comunicazioni senza fili, e che gli valse il premio Nobel per la fisica nel 1909 condiviso con Carl Ferdinand Braun, «in riconoscimento del suo contributo allo sviluppo della telegrafia senza fili».
-
Il secondo premio Nobèl per la fisica fu assegnato nel 1938 ad Enrico Fermi “per la sua dimostrazione dell’esistenza di nuovi elementi radioattivi prodotti da irraggiamento neutronico, e per la relativa scoperta delle reazioni nucleari indotte da neutroni lenti”.
In suo onore venne dato il nome a un elemento della tavola periodica, il fermio (simbolo Fm), a un sottomultiplo del metro comunemente usato in fisica atomica e nucleare, il fermi, nonché a una delle due classi di particelle della statistica quantistica, i fermioni.
-
Nel 1959 è stato premiato Emilio Gino Segrè con Owen Chamberlain “per la loro scoperta dell’antiprotone”.
Nel dopoguerra le sue ricerche riguardarono problemi di fisica nucleare e di fisica delle particelle elementari. Nel 1955, lavorando con Owen Chamberlain sulle interazioni protone-nucleone ad alta energia all’acceleratore di particelle Bevatron di Berkeley, scoprì l’antiprotone.
Per questa scoperta gli venne conferito il premio Nobel per la fisica nel 1959. Nel 1974 venne chiamato a ricoprire la cattedra di fisica nucleare all’Università di Roma. Rimase un anno e poi, avendo raggiunto l’età obbligatoria per la pensione, se ne tornò di nuovo in California.
-
Il Nobel viene poi assegnato nel 1984 a Carlo Rubbia ex equo con l’olandese Simon van der Meer per il loro contributo decisivo al grande progetto, che ha portato alla scoperta delle particelle W e Z, comunicatori di interazione debole.
Per verificare la teoria elettrodebole di Abdus Salam e Steven Weinberg, modifica l’acceleratore Super Proton Synchrotron (SPS) in un collisionatore di protoni e antiprotoni. Con questo esperimento, a capo del gruppo di cento fisici noto con il nome di UA1, scopre nel 1983 le particelle responsabili dell’interazione debole, cioè i bosoni vettoriali W+, W− e Z, confermando anche la teoria dell’unificazione della forza elettromagnetica e della interazione debole nella forza elettrodebole. Nel 1984, ad appena un anno dalla scoperta, riceve insieme con l’olandese Simon van der Meer il Premio Nobel per la fisica.
-
Nel 2002 a conquistare il Nobel è stato l’italo americano Riccardo Giacconi, “per i contributi pionieristici all’astrofisica, che hanno portato alla scoperta di sorgenti cosmiche di raggi X”.
Nel 1973 Giacconi diviene direttore dell’Harvard Smithsonian Center for Astrophysics, portando avanti il progetto HEAO-2 di un telescopio raggi X in orbita, quello che più avanti sarà battezzato Osservatorio Einstein. Ha ricoperto contemporaneamente le cariche di professore di fisica e astronomia (1982-1997) e di ricercatore (dal 1998) alla Università Johns Hopkins. Dal 1993 al 1999 riveste l’incarico di Direttore generale del European Southern Observatory (ESO).
Nel 1987 gli viene assegnato il prestigioso Premio Wolf per la fisica, “per la scoperta di sorgenti di raggi X extra-solari e la spiegazione dei loro processi fisici”.
Nel 2002 viene insignito del Premio Nobel per la Fisica per i suoi contributi pionieristici all’astrofisica nella zona non visibile dello spettro elettromagnetico, che hanno portato alla scoperta delle prime sorgenti cosmiche in raggi X.
-
Giorgio Parisi (Roma, 4 agosto 1948) è un fisico e accademico italiano, premio Nobel per la fisica nel 2021 per i suoi studi sui sistemi complessi.
Nel 2021 gli viene anche conferito il premio Wolf per la fisica, “per le sue scoperte pionieristiche nella teoria quantistica dei campi, in meccanica statistica e nei sistemi complessi” ovvero “Per la scoperta dell’interazione tra disordine e fluttuazioni in sistemi fisici da scale atomiche a scale planetarie”.
Nato a Roma, ha origini per un quarto umbre, un quarto piemontesi, un quarto siciliane e un quarto romane da sette generazioni.
Ha ottenuto la maturità scientifica presso il Liceo “San Gabriele” di Roma nel 1966 per poi laurearsi in fisica all’Università La Sapienza di Roma nel 1970, sotto la guida di Nicola Cabibbo, con una tesi sul bosone di Higgs.
È stato quindi ricercatore prima del CNR poi dell’Istituto nazionale di fisica nucleare (INFN) presso i Laboratori nazionali di Frascati, dal 1971 al 1981, quando ha conseguito l’ordinariato in fisica teorica.
Presentato da Sidney David Drell] a Tsung-Dao Lee, ha anche lavorato presso la Columbia University (1973-1974) e, in seguito, presso l’Institut des Hautes Études Scientifiques (1976-1977) e l’École Normale Superieure di Parigi (1977-1978), quindi è ritornato in Italia in qualità di ricercatore dell’INFN.
Docente ordinario di fisica teorica dal 1981 all’Università di Tor Vergata, nel 1992 è passato alla stessa cattedra de La Sapienza di Roma, dove ha tenuto diversi insegnamenti, fra cui fisica teorica, teorie quantistiche, fisica statistica, probabilità. Ha partecipato anche al progetto APE100 per lo studio delle teorie di gauge su reticolo.
Andato in quiescenza nel 2018, nello stesso anno è stato eletto presidente dell’Accademia Nazionale dei Lincei, della quale era socio dal 1988, mantenendo la presidenza fino a luglio 2021.
Nel febbraio 2021 ha vinto il Premio Wolf e nell’ottobre dello stesso anno si è aggiudicato il Premio Nobel per la fisica.
Sposato e padre di due figli, è uno dei principali promotori della campagna “Salviamo la ricerca italiana”, volta a far aumentare i fondi a disposizione della ricerca scientifica in Italia.
Il prof. Parisi ha contribuito con le sue ricerche ed i suoi studi ad elevare il campo delle conoscenze in diverse materie, cui ha applicato con successo le sue teorie.
I risultati che lo hanno reso noto a livello internazionale riguardano principalmente la fisica statistica, la teoria dei campi, i sistemi dinamici, la fisica matematica e la fisica della materia condensata dove ha introdotto i cosiddetti vetri di spin (anche noti come spin glass), una classe di modelli di meccanica statistica di cui lo stesso Parisi ha fornito numerose applicazioni in teoria dell’ottimizzazione, biologia e medicina (immunologia, in particolare). Inoltre, insieme a Ying-Sheung Wu, ha formulato la cosiddetta quantizzazione stocastica, ovvero un metodo funzionale di quantizzazione basato sulla teoria delle fluttuazioni di Edward Nelson, attraverso cui un sistema fisico classico, in dimensione n+1, soggetto a fluttuazioni, è reso formalmente equivalente ad un ben preciso sistema fisico quantistico in dimensione n.
Ha apportato contributi anche nel campo della fisica delle particelle elementari, in particolare in cromodinamica quantistica e teoria delle stringhe. Ha introdotto, insieme a Guido Altarelli, le cosiddette equazioni di Dokshitzer–Gribov–Lipatov–Altarelli–Parisi che, tra l’altro, forniscono delle correzioni di ordine superiore alla libertà asintotica.
Nel campo della fluidodinamica è noto per aver introdotto, assieme a Uriel Frisch, i modelli multifrattali per descrivere il fenomeno dell’intermittenza nei flussi turbolenti.
Nell’ambito della biologia matematica, a lui si deve l’elaborazione di un’equazione differenziale stocastica per i modelli di crescita per la random aggregation, che ha portato al cosiddetto modello Kardar-Parisi-Zhang.
Sempre dal punto di vista dei sistemi complessi, si è occupato del moto collettivo degli animali (come sciami e stormi).
Ha inoltre introdotto, assieme ad altri fisici italiani, il concetto di risonanza stocastica nello studio dei cambiamenti climatici.
Indirettamente, i suoi studi hanno avuto un impatto rilevante in molti altri campi del sapere, quali l’antropologia, le scienze cognitive, la finanza, la biologia e le scienze sociali in genere, la qual cosa lo rende di fatto una delle personalità più influenti del panorama scientifico internazionale.
Attivo in fisica teorica, soprattutto nel campo della fisica statistica e in teoria dei campi, con Carlo Rubbia e Michele Parrinello è uno dei tre fisici italiani membri della National Academy of Sciences degli Stati Uniti d’America.
Il prof. Parisi si prodiga altresì affinché venga efficacemente contrastato il cambiamento climatico.
Noto è il suo recente intervento alla Camera dei Deputati durante la riunione di preparazione in vista della Cop26 durante il quale Parisi ha affermato che “Sono decenni che la scienza ci ha avvertiti della crisi climatica. Sfortunatamente le azioni intraprese dai governi non sono state all’altezza della sfida e i risultatimodesti”.
“Sappiamo tutti che il medico pietoso fece la piaga purulenta, voi avete il dovere di non essere medici pietosi – ha aggiunto rivolgendosi ai parlamentari -”Le scienze sono i fari, ma poi la responsabilità di non andare fuori strada è del guidatore, che deve anche tener conto che i fari hannouna portata limitata” .
Come si vede da questo breve escursus della intensa attività scientifica del prof. Parisi, docente oltre che prolifico ricercatore, il prestigioso riconoscimento ricevuto corona la sua vita e lo pone tra le più illustri personalità scientifiche italiane di tutti i tempi.
IMMAGINE IN EVIDENZA: DA https://www.flickr.com/photos/sapienzaroma/51557040743