Vulcani ed eruzioni, sono tutti uguali?

I vulcani vengono classificati principalmente a seconda della loro attività eruttiva.

I vulcani, oltre ad essere classificati in base alla struttura dell’apparato vulcanico, come spiegato nel nostro precedente articolo, vengono suddivisi principalmente a seconda del tipo di attività eruttiva.

Esistono eruzioni di tipo :

  • hawaiiano e islandese: eruzioni di questo tipo sono caratterizzate da abbondanti effusioni di lava fluida che scorrono per molti chilometri, coprendo le morfologie esistenti. Nel caso dei vulcani hawaiiani, si formano giganteschi vulcani a scudo con alla sommità una depressione chiamata caldera formatasi per collasso del fondo, rimasto senza sostengo dopo la fuoriuscita del magma dalla camera magmatica. All’interno della caldera possono generarsi fenomeni di collasso minori che potrebbero portare alla formazione di crateri a pozzo, con pareti ripidissime (non a caso la scelta del termine “a pozzo”), ospitanti talvolta laghi di lava. Quando la lava fluisce da lunghe fenditure, come nel caso dei vulcani islandesi, si formano chilometrici espandimenti lavici orizzontali , detti plateaux basaltici. Le lave fluide eruttate rilasciano in maniera quasi immediata il gas. Durante il rilascio si formano spettacolari fontane di lava. Le lave, una volta solidificate, risultano lisce e vetrificate e vengono chiamate col termine hawaiiano pahoehoe (su cui si può camminare) o lave a corde.
Foto1. Lava pahoehoe o Lave a corde

Foto1. Lava pahoehoe o Lave a corde

  • stromboliano : in queste eruzioni predomina un’attività esplosiva più o meno regolare. La lava, abbastanza fluida, cristallizza nel cratere formando un tappo che viene distrutto dopo poco dai gas che si accumulano al di sotto e dal nuovo magma in fuoriuscita. La distruzione del tappo avviene con modeste esplosioni che lanciano in aria brandelli di lava e proietti. Stromboli, il vulcano da cui prende il nome questo tipo di attività, è attivo da due millenni, tanto da essere conosciuto, sin dall’antichità, come il “faro del Mediterraneo”.
  • vulcaniano : le eruzioni vulcaniane (dall’isola Vulcano – Eolie) sono simili a quelle stromboliane, con la differenza che la lava è molto più viscosa. Il tappo che si forma nella parte alta del condotto è infatti di grosso spessore. Ciò vuol dire che la pressione dei gas sottostanti deve essere maggiore per poter distruggere il tappo. Ne consegue un’esplosione molto violenta che può coinvolgere lo stesso edificio vulcanico. E’ tipica la formazione di enormi nubi a forma di fungo, ricche in ceneri, e l’emissione di bombe vulcaniche.
  • pliniano : queste eruzioni prendono il nome da Plinio il Giovane che per primo ne descrisse il fenomeno durante l’eruzione del 79 d.C. del Somma – Vesuvio. Le lave molto viscose, prodotte dai vulcani ad attività pliniana, si accumulano alla sommità del condotto vulcanico ed impediscono la fuoriuscita dei gas aumentando la pressione interna all’edificio. Le eruzioni sono caratterizzate da un’estrema violenza iniziale che svuota velocemente il tratto superiore del condotto ed il magma, libero di risalire, viene espulso violentemente sotto forma di minuscole goccioline. Si forma una colonna eruttiva di ceneri, lapilli e gas che si eleva dritta per decine di chilometri verso l’alto. Quando questa colonna perde l’energia data dalla spinta dei gas, le ceneri e i lapilli, in essa sostenuti, ricadono lateralmente creando la tipica forma che ricorda la chioma di un pino marittimo e piovono sulle aree circostanti e, trasportate dal vento, raggiungono luoghi a notevole distanza. Devastanti, durante queste eruzioni, sono i flussi piroclastici; creatisi durante il collasso della colonna eruttiva, sono flussi di gas e materiale vulcanico in sospensione ad altissime temperature capaci di travolgere ogni cosa con estrema violenza e rapidità.
  • peléeano : prendono il nome dalla Montagna Pelée sull’Isola della Martinica e sono caratterizzate da emissione di lava altamente viscosa e a temperatura relativamente bassa ( 600 – 800°C). La lava viene espulsa quasi solida e forma duomi lavici o spine di grandi dimensioni. Queste protrusioni solide vengono spinte fuori dal camino vulcanico lentamente e raggiungono altezze di centinaia di metri.
    Foto2 . La spina, con un diametro di 100 metri e 300 metri di altezza, formatasi durante l'eruzione del 1902 del monte Pelée.

    Foto2 . La spina, con un diametro di 100 metri e 300 metri di altezza, formatasi durante l’eruzione del 1902 del monte Pelée.

    Dalla loro base sfuggono grandi quantitativi di gas con lava e ceneri in sospensione che viaggiano rapidamente sui fianchi del vulcano e travolgono le aree circostanti. A causa della presenza di queste enormi ostruzioni all’inizio del condotto vulcanico, si può dire che le eruzioni di tipo peléeano siano essenzialmente orizzontali.

Racchiudere la grandezza dei fenomeni vulcanici, e non solo, in poche righe non è semplice, ma è un buon inizio per conoscere la Terra, rispettarla e convivere con Lei in maniera coscienziosa. A tal proposito, per rendere più consapevoli i giovani, l‘Osservatorio Vesuviano ha aperto le sue porte creando l’iniziativa “A Scuola di Vulcani”. Leggi qui l’articolo con l’intervista al Direttore dell’Osservatorio Vesuviano Dr. Giuseppe De Natale.

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