Consumo di suolo in Italia, ISPRA: incremento inarrestabile

La cementificazione italiana non si arresta, nel 2017 altri 52 km2 di suolo naturale sono stati artificializzati, oltre il 7% del territorio nazionale è consumato, una superficie pari a quella dell’Emilia Romagna.

Il 17 luglio 2018 a Roma è stato presentato l’ultimo rapporto di ISPRA sul consumo di suolo in Italia, nel 2017 i dati sono in crescita rispetto agli anni precedenti: abbiamo consumato ben il 7,65% di suolo sul territorio nazionale, equivalenti a 23.062,5 km2 in termini di superficie; si tratta di una media pari a 15 ettari al giorno, ovvero circa 2m2 irreversibilmente persi quotidianamente. In Italia il consumo di suolo s’intende soprattutto cementificazione e artificializzazione del territorio con infrastrutture, insediamenti commerciali, espansione di aree urbane ecc… tutto ciò sta portando ad una perdita costante di aree naturali e di prezioso suolo agricolo.

A livello nazionale le regioni del settentrione primeggiano, in compagnia delle aree toscane fra Firenze e Pisa, del Lazio, della Campania e del Salento. Si legge nel rapporto che, nel 2017, viene superata la soglia del 5% di consumo di suolo in 15 regioni; il valore più elevato lo detiene la Lombardia (circa 13%, 310 mila ettari del suo territorio consumato), poi il Veneto (10,36%, più di 226 mila ettari consumati a livello regionale) e la Campania (10,36%, quasi 141 mila ettari di suolo), seguite da Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Puglia e Liguria. L’unica regione sotto soglia del 3% rimane la Valle d’Aosta.

Localizzazione dei principali cambiamenti dovuti al nuovo consumo di suolo tra il 2016 e il 2017. (Fonte: elaborazioni ISPRA su cartografia SNPA, 2018).

Localizzazione dei principali cambiamenti dovuti al nuovo consumo di suolo tra il 2016 e il 2017.
(Fonte: elaborazioni ISPRA su cartografia SNPA, 2018).

Per quanto riguarda l’incremento di uso del suolo, nel periodo 2016-2017, il record lo detiene la regione Veneto con 1.134 ettari, pari a 0,50% in più rispetto al 2016, successivamente troviamo la Lombardia con 603 ettari in più, Emilia Romagna con 456 ettari e Piemonte con 416 ettari. La minor perdita si registra in Liguria, Valle d’Aosta, Basilicata e Molise.

In alto il consumo di suolo a livello regionale (% 2017). In rosso la media nazionale. In basso il consumo di suolo a livello regionale, incremento percentuale (in grigio) e in ettari (pallini azzurri) tra il 2016 e il 2017. In rosso la media nazionale dell'incremento percentuale. (Fonte: elaborazioni ISPRA su cartografia SNPA, 2018).

In alto il consumo di suolo a livello regionale (% 2017). In rosso la media nazionale. In basso il consumo di suolo a livello regionale, incremento percentuale (in grigio) e in ettari (pallini azzurri) tra il 2016 e il 2017. In rosso la media nazionale dell’incremento percentuale.
(Fonte: elaborazioni ISPRA su cartografia SNPA, 2018).

Nel rapporto inoltre, si sottolinea come molto probabilmente la ripresa economica nelle aree del Nord-est in particolare, potrebbe essere la causa dell’incremento del consumo di suolo in tali zone: nel 2016 il PIL della Provincia Autonoma di Bolzano ha registrato un +2,2% a cui corrisponde effettivamente il maggior aumento percentuale del consumo fra tutte le regioni e province autonome (+0,65% del territorio provinciale).

A livello provinciale si nota un quadro quasi simile, in cui le province del Nord mostrano alti tassi di uso del suolo nonché maggiori incrementi, assieme ad altre province costiere della Toscana, Lazio, Campania, Puglia e sud Sicilia. Nello specifico si vedono ai primi posti Monza e Brianza con un 41% di suolo consumato (associato ad un incremento di 35 ettari), Napoli 34%, Milano 32%, Trieste 23%, Varese 22%, Padova 19% e Treviso 17%. Al Nord-Est, Verona detiene il record in termini incrementali rispetto al 2016 con 300 ettari di suolo cementificato (+0,71% di consumo di suolo netto), seguita da Vicenza con 239 ettari e poco sopra i 200 Venezia, Treviso e Bolzano.

Udine, Viterbo, Parma, Padova, Milano, Bari, Lecce, Foggia e Roma (la quale ha il maggior consumo a livello comunale con 31.697 ettari e una crescita di 36 ettari), si attestano a incrementi compresi fra 100 e 200 ettari, sempre rispetto all’anno precedente.

Ancor più nel dettaglio i primi 55 comuni con la maggior percentuale di suolo consumato sono situati in Lombardia e Campania con l’eccezione di Torino, Cattolica e Beinasco.

Consumo di suolo a livello comunale (% esclusi i corpi idrici-2017). (Fonte: elaborazioni ISPRA su cartografia SNPA, 2018).

Consumo di suolo a livello comunale (% esclusi i corpi idrici-2017).
(Fonte: elaborazioni ISPRA su cartografia SNPA, 2018).

Il rapporto fa notare che i cambiamenti demografici hanno da sempre contribuito all’urbanizzazione e alle trasformazioni territoriali; negli ultimi decenni però “il legame fra demografia e processi di urbanizzazione non è più univoco e le città sono cresciute anche in presenza di stabilizzazione, in alcuni casi di decrescita, della popolazione residente”. Risulta quindi fondamentale studiare e confrontare le variazioni demografiche con l’urbanizzazione “per poter identificare di volta in volta quali siano i driver principali del fenomeno nei diversi contesti ed agire, in essi, con misure adeguate“.

Nel 2017 è cresciuta addirittura la superficie di suolo artificiale anche in aree vincolate per la tutela paesaggistica o protette, lungo coste, corsi d’acqua a rischio geologico ed idraulico; infatti quasi un quarto del nuovo consumo di suolo netto fra il 2016 e il 2017, è avvenuto all’interno di tali zone, dovuto principalmente a cantieri o zone destinate a trasformarsi in infrastrutture o fabbricati.

Non possiamo perdere una risorsa così preziosa e così unica, continuando ad arrecare danni irrimediabili, cementificando e impermeabilizzando suolo soprattutto agricolo! Il suolo è fondamentale e prezioso, permette la produzione di ossigeno e lo stoccaggio di CO2, permette il filtraggio e la depurazione delle acque meteoriche che rimpinguano le falde, apporta nutrienti e permette la conservazione della biodiversità, controlla l’erosione e mitiga i fenomeni idrologici estremi, inoltre, è la principale fonte da cui preleviamo le materie prime necessarie per la nostra sussistenza alimentare. L’obiettivo di arrivare all’azzeramento del consumo di suolo entro il 2050 è troppo lontano, dobbiamo intervenire immediatamente se vogliamo preservare e arrestare l’emorragia di questo bene indispensabile.

 

 

 

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