Geologi e meteorologi a confronto nel Convegno “L’importanza della Meteorologia nelle attività Umane” tenutosi a Fisciano (SA) l’8 giugno
Il giorno 8 giugno 2018, presso la Sala Consiliare G. Sessa del Comune di Fisciano (SA), si è tenuto un interessante convegno avente per tema: “L’importanza della Meteorologia nelle attività antropiche”, organizzato dall’Ordine dei Geologi della Campania. Illustri relatori, esperti della materia, hanno espresso il loro pensiero ad una platea attenta e partecipe, per lo più composta da geologi.
Ha introdotto i lavori il dr. Sessa, Consigliere dell’Ordine dei Geologi della Campania, con una breve ma chiara presentazione dei lavori.
A seguire il Sindaco del Comune di Fisciano ha porto il suo benvenuto agli ospiti presenti con un breve saluto.
Il dr. Grasso, Presidente dell’OGRC, il dr. Genovese, Presidente della associazione HEARTH, il dr. Conticelli, Presidente della Società Geologica Italiana ed il dr. Mattioli in rappresentanza del Consiglio Nazionale dei Geologi, hanno, introdotto i partecipanti ai lavori del Convegno.
La prima relazione scientifica è esposta dal prof. Zardi che ha in particolare disquisito sulle azioni che in Italia sono state attuate, con particolare riferimento alla istituenda professione, non ancora normata, del Meteorologo
Ha proseguito il convegno il prof. Budillon con una disamina, ampiamente documentata, delle crono variazioni della temperatura media mondiale, con un suo massiccio incremento negli ultimi decenni.
Il dr. Salerno, Direttore Centro Epson Meteo ha poi spiegato alla platea come la conoscenza del possibile andamento delle condizioni meteo possa contribuire a prevenire gli effetti negativi dei fenomeni meteorologici estremi, sempre più frequenti anche alle nostre latitudini.
Il prof. Riccardo Fanti ha poi disquisito, dal punto di vista del geologo, come la sinergia tra conoscenze geologiche e meteorologiche porta a benefici risultati in tema di prevenzione dei danni insiti nell’ambiente geologico, con particolare riferimento ai fenomeni franosi, con delle applicazioni (“App”) appositamente studiate per le regioni Toscana ed Emilia Romagna.
In collegamento remoto tramite Skype, la dr.ssa Serena Giacomin ha poi illustrato agli astanti il concetto di resilienza.
Il col. A.M in congedo Sergio Pisani ha spiegato ai presenti, al di là delle utilità della previsione meteorologica, anche la necessità di elevare a professione giuridicamente normata quella del meteorologo.
Il chimico prof. Marco Trifuoggi ha fornito poi ai presenti una dotta presentazione sugli agenti inquinanti immessi in atmosfera dalle attività antropiche e naturali, e di come queste influenzino il clima e, localmente, le condizioni meteo; ha inoltre auspicato una più intensa collaborazione tra le tre professioni: Chimico, Geologo e Meteorologo, in quanto di fatto complementari.
L’ing. Albina Cuomo, UNISA, ha fornito preziose informazioni di come l’orografia, e le barriere orografiche, influenzano le precipitazioni al suolo e di come il loro studio di dettaglio possa essere utile alle attività umane, con particolare riferimento all’agricoltura.
Il prof. Claudio Cassadro, fisico, UNITO, ha esposto le sue deduzioni sul cambiamento climatico in atto e sulle sue implicazioni in agricoltura, con particolare riferimento alla coltivazione della vite.
A seguire, nella sessione pomeridiana, la dr.ssa Franca Mangianti De Angelis, Presidente della Associazione E. Bernacca, ha ripercorso la storia della meteorologia, dando un particolare risalto alle lodevoli intuizioni del Colonnello Edmondo Bernacca, cui è intitolata l’associazione da lei presieduta.
Lo sviluppo della tecnologia e quindi la sua applicazione alla meteorologia è stato il filo conduttore dell’intervento del prof. Vincenzo Capozzi, UNINA Parthenope, con una dotta disquisizione sull’utilizzo del radar in banda X, per il rilievo dell’andamento delle precipitazioni (grandine) e delle celle temporalesche con fulmini nube-suolo.
L’ultimo intervento del convegno è stato quello del dr. Claudio Monteverde, Presidente Osservatorio Meteorologico-Agrario-Geologico Prof. Raffaelli di Casarza Ligure (GE) che monitora puntualmente il territorio di riferimento dal punto di vista meteorologico, agrario e geologico, fornendo preziosi elementi, anche operativi, alla Protezione Civile, al fine di minimizzare i rischi connessi al fragile assetto idrogeologico locale.
Al di là delle presentazioni esposte e delle specifiche analisi, si possono fare delle utili considerazioni:
La Meteorologia è una Scienza per certi versi antica perché sin dalla Preistoria l’Uomo ha cercato di interpretare i segni della Natura per prevedere l’andamento dei tempo, ma ai nostri giorni i moderni sistemi di calcolo consentono di effettuare delle simulazioni molto attendibili dell’evoluzione del tempo, nonostante gli innumerevoli parametri in gioco.
L’indubbia utilità della meteorologia nelle attività umane, sia in agricoltura, sia per la navigazione aerea e marittima che (sic!) in campo militare, hanno consentito e stimolato lo sviluppo di sofisticati algoritmi che, con l’ausilio dell’informatica, rendono attendibili previsioni anche di settimane.
Come scienza applicata quindi la Meteorologia ha una sua indubbia utilità ma se la si considera complementare alla Geologia, si può asserire che sono entrambe parte delle Scienze della Terra: Terra Solida e Terra Fluida. In quanto tali il tema più generale dell’Ambiente “Terra” entra di prepotenza nella discussione e quindi le analisi sulle variazioni dei parametri fisici indotti artificialmente con l’inquinamento e studiati nel tempo, quali il tenore di CO2, NOx, CO, O3, polveri sottili, ΔT°C, ecc, uniti a quelli biologici, portano alla inevitabile conclusione del Pericolo (leggasi “probabilità che si verifichi un evento”) e del Rischio (Pericolo per Danno previsto) imminente in termini di tempi umani, non geologici, di distruzione delle condizioni di sopravvivenza dell’Uomo sulla Terra.
Il prof. Boudillon, relatore del convegno, ha usato nella sua esposizione la allocuzione “Salvare L’Uomo”, non la Terra in quanto pianeta che, di certo, ha dimostrato, nei suoi 4,5 miliardi di anni di esistenza, ha sempre ritrovato un suo equilibrio, tra estinzioni di massa ed esplosioni di vita.
Ciò che verrà a mancare, con il tasso attuale di immissione di agenti tossici e patogeni in ambiente, sono le condizioni vitali per la Specie Umana e per la Biosfera, così come la intendiamo oggigiorno.
Un tema estremamente complesso e multidisciplinare che abbraccia praticamente tutto lo scibile, comprendendo anche le materie economiche, finanziarie, industriali, politiche e quindi di difficilissima soluzione.
La posta in gioco è talmente grande che si rischia di lasciare ai nostri nipoti an pianeta invivibile e quindi di condannare l’Uomo all’estinzione se non la si smette di guardare solo e soltanto al proprio orticello, come sembrano fare – a livello globale – gli attuali governanti.
Utopia: questa è la parola che viene in mente dopo le considerazioni su esposte; VERO! Ma se sono stati 150 anni, dalla Rivoluzione Industriale del XIX secolo, per variare così significativamente la composizione dell’atmosfera, di certo non ne basteranno altrettanti per riportarla alle condizioni pre-industriali.
A parte le grandi decisioni dei Governanti, sempre pomposamente annunciate ma costantemente disattese, è necessario che ciascun abitante della Terra si senta parte del Sistema e contribuisca quindi alla operazione “Salviamo l’Uomo”.
Operazione che si potrà realizzare solo se sin dall’infanzia si inculca alle giovani generazioni il germe del rispetto della Natura e dell’Ambiente, con azioni conservative e non distruttive.
Soltanto in questo modo, con l’ausilio della Scienza e del buon senso, ed abbandonando l’egoismo di parte, si potrà sperare di avere tra cento e più anni un pianeta vivibile nella sua interezza.
Nota: per guardare il video integrale del convegno realizzato da Web-Arte.it.
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IMMAGINE IN EVIDENZA: DA https://data.giss.nasa.gov/gistemp/