Un seminario per comprendere meglio la figura del Geologo rocciatore, utile e indispensabile per lo studio dei costoni in frana.
Il cinque Aprile u.s., presso la bella Sala Consiliare del Comune di Baronissi (Salerno), che ha patrocinato l’evento, si è tenuto un interessante seminario dal criptico titolo: “Addetto ai Sistemi di Accesso e Posizionamento mediante funi”.
Il seminario, organizzato dal dr. geol. Domenico Sessa, Consigliere dell’Ordine dei Geologi della Campania, con il supporto logistico ed operativo di una Società specializzata nel settore, la Cardine srl LAVORI IN QUOTA, era rivolto a tutti coloro che hanno interesse, professionale e/o sportivo, alla salita in quota tramite fune su di una parete verticale o sub-verticale.
In realtà si è trattato di un primo approccio, per conoscere una attività complessa che richiede approfondite conoscenze multidisciplinari ed una buona prestanza fisica.
La pratica sportiva degli alpinisti si coniuga in questo caso con le conoscenze scientifiche dei geologi che possono così raggiungere luoghi normalmente inaccessibili, per fornire il loro indispensabile contributo sulla valutazione dello stato del versante roccioso da esaminare.
Fatto ciò, è possibile definire specifiche linee di azione progettuali per la messa in sicurezza, se del caso, del versante stesso, tramite l’utilizzo dei più idonei sistemi di ancoraggio, disgancio, ecc, evitando ridondanze dispendiose, sia dal punto di vista fisico (aggravio delle masse sospese), sia dei costi.
Poiché la funzione di “Addetto ai Sistemi di Accesso e Posizionamento mediante funi” è una attività lavorativa, i docenti del seminario hanno posto giustamente l’accento sulla formazione necessaria per poter lavorare in sicurezza, come del resto dettagliatamente previsto dall’art. 116 del DLGS 81/08.
Non è stata trascurata la parte progettuale, propedeutica alla salita in quota, fornendo precise indicazioni alla platea dei presenti sulle modalità per la redazione dei POS specifici (Piani Operativi di Sicurezza) onde operare con i più ampi margini di sicurezza possibili, con una disamina, oltre che dei rischi specifici connessi, anche dei rischi concorrenti, ovvero quelli legati all’ambiente, alle condizioni meteo, ecc.
Il convegno è proseguito con la descrizione di alcuni casi di studio, per far comprendere che per un approccio corretto alla problematica della messa in sicurezza delle pareti rocciose, o per prevedere la posa di manufatti (p.es. tralicci per alta tensione) o per eseguire verifiche su pareti di dighe, ecc., occorre conoscere approfonditamente la geomorfologia, la dinamica delle frane, la geologia applicata, la balistica (studio delle possibili traiettorie dei gravi).
È poi seguita una descrizione dei dispositivi di ritenuta (Dispositivi di protezione individuale per la prevenzione delle cadute dall’alto – Corde con guaina a basso coefficiente di allungamento conformi alla Norme EN 1891) e dei DPI (Dispositivi di Protezione Individuale) da utilizzare per la piena operatività, con la possibilità per i presenti di visionarli direttamente, perché disponibili in sala, e di saggiarne la consistenza e la fattura.
L’ultima parte del convegno è consistita in una dimostrazione pratica di salita e discesa in quota, da parte di un rocciatore esperto presente, che, dopo aver indossato tutta l’imbragatura necessaria ed aver adeguatamente fissato le funi di risalita e di servizio, ha eseguito delle prove pratiche, ad uso didattico.
In conclusione si può affermare che, dato il rilevante dissesto idrogeologico italiano, lo sviluppo orografico del territorio, con repentine variazioni di quota e ridotte pianure, oltre che per tutte le specifiche esigenze su ponti, viadotti, dighe, ecc., la figura dei geologi rocciatori è senz’altro quella in grado di affrontare e risolvere le problematiche connesse a tali situazioni estreme, ed è per questo di certo auspicabile che nel prossimo futuro essi siano presenti almeno in ogni ambito regionale.