DDL Consumo del suolo, il nostro parere

Il Disegno di Legge sul Consumo del Suolo, è stato approvato di recente in uno dei Rami del Parlamento…“consumo del suolo” e non “utilizzo del suolo”

Il Disegno di Legge sul Consumo del Suolo, “Contenimento del consumo del suolo e riuso del suolo edificato” atto della Camera n. 2039, è stato approvato di recente in uno dei Rami del Parlamento; l’iter legislativo prosegue per la sua approvazione definitiva.

Non poche sono le contestazioni sul testo attualmente licenziato, sia da parte di illustri costituzionalisti, che da parte di politici, che, a seconda del proprio orientamento politico, pongono l’accento su un aspetto piuttosto che su di un altro.

A prescindere dal testo finale, corre l’obbligo fare qualche osservazione: analogamente alla vicenda della messa in commercio di farmaci con il brevetto del principio attivo scaduto, quando i farmaci vennero denominati “generici” e non “equivalenti”, ingenerando – volutamente – confusione nell’utenza, con l’evidente scopo di dissuaderne l’acquisto, visto il costo più contenuto, salvo poi cambiare di recente la dizione, quello in argomento è un DDL denominato “consumo del suolo” e non “utilizzo del suolo”.

Ciò inevitabilmente porta ad una visione negativa del problema, dal momento che il suolo NON si consuma ma – appunto – si utilizza; dal momento che il ddl si riferisce alla definizione che viene data nel Decreto Legislativo 152/2006 che il ddl si propone di variare e che è: (ART. 54, (definizioni), ”1. Ai fini della presente sezione si intende per: a) suolo: il territorio, il suolo, il sottosuolo, gli abitati e le opere infrastrutturali”), in tale ambito andrebbe certamente considerato un diverso contesto; non “consumo” bensì “utilizzo”.

Viceversa, volendo far propria la definizione che di suolo fa l’ISPRA (DA www.isprambiente.gov.it ):

”Il consumo di suolo deve essere inteso come un fenomeno associato alla perdita di una risorsa ambientale fondamentale, dovuta all’occupazione di superficie originariamente agricola, naturale o seminaturale. Il fenomeno si riferisce, quindi, a un incremento della copertura artificiale di terreno, legato alle dinamiche insediative. Un processo prevalentemente dovuto alla costruzione di nuovi edifici, capannoni e insediamenti, all’espansione delle città, alla densificazione o alla conversione di terreno entro un’area urbana, all’infrastrutturazione del territorio.

Il concetto di consumo di suolo deve, quindi, essere definito come una variazione da una copertura non artificiale (suolo non consumato) a una copertura artificiale del suolo (suolo consumato).”

Si comprende come il tema in realtà sia complesso e di non semplice gestione. Ciò che non deve e non può sfuggire comunque e non abbassarsi, è il livello di guardia e quindi di attenzione che bisogna prestare affinché il territorio italiano, venga utilizzato secondo principio di razionalità, magari mutuando dalla matematica il concetto: un utilizzo “necessario e sufficiente” per gli scopi prefissati, preferendo un ri-utilizzo ad un nuovo… consumo, che porta all’ idea finale di rifiuto: ciò che è consumato non è più riutilizzabile!

Questo principio è diametralmente opposto a quello da applicare per corretta gestione del Territorio, presente e – soprattutto – futura.

È evidentemente compito dei geologi, con la loro multidisciplinare competenza, tecnica e naturalistica, dare le indicazioni e gli indirizzi progettuali più consoni.

Sitografia:

  1. ddl Consumo del suolo:

http://www.senato.it/leg/17/BGT/Schede/Ddliter/43896.htm

      2. testo licenziato: http://www.camera.it/_dati/leg17/lavori/schedela/apriTelecomando_wai.asp?codice=17PDL0016670

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