Nel comune di Bomarzo è noto ”Il parco dei Mostri”.
Ma vediamo di cosa sono fatti questi famosi mostri. La roccia, è chiamata Peperino.
Nel comune di Bomarzo in provincia di Viterbo, è noto il ‘’Il parco dei Mostri di Bomarzo’’, ideato dall’architetto Pirro Ligorio, uno dei più grandi architetti della seconda metà del ‘500 italiano.
Ma vediamo di cosa sono fatti questi famosi mostri. La roccia, tipica del viterbese è chiamata “Peperino”, viene utilizzata anche per indicare formazioni geologiche simili anche in altre zone d’Italia. Il suo nome deriva dal fatto che è costituita da piccoli minerali neri e lucenti, le Biotiti, e il Sanidino, un minerale bianco e trasparente, incastonati nella matrice grigia.
Sotto l’aspetto geologico la roccia è chiamata ‘’Ignimbrite quarzolatitica Cimina’’, una formazione vulcanica emessa circa 1 milione di anni fa, dal Vulcano Cimino, il più antico edificio vulcanico del Viterbese, che precedette l’attività dei Vulsini e di Vico. L’ignimbritie del Peperino si estende per circa 350 Kmq e questo ci fa pensare all’enorme attività vulcanica esplosiva che sconvolse tutto il paesaggio dell’epoca.
Le colate ignimbritiche sono formate da una miscela di gas e particelle solide, che viaggiano ad elevatissime velocità, tanto da distruggere tutto quello che incontrano per un raggio di parecchi Km. Punto principale di emissione fu il Monte Cimino, in corrispondenza del quale si innalzò un enorme domo. Dopo la fase effusiva, iniziarono le emissioni delle colate piroclastiche, e quindi del ‘’Peperino’’.
Dal punto di vista geomorfologico, invece, l’area del famoso parco dei Mostri corrisponde a un vasto corpo di frana ormai stabilizzato. Dal costone roccioso di ignimbrite sul quale sorge l’abitato di Bomarzo, si sono staccati gli enormi blocchi rocciosi utilizzati per scolpire i ”mostri”.
Ma vediamo nel dettaglio le ‘’opere geologico-artistiche’’:
1. la ‘’casa pendente’’, una delle maggiori attrattive del Parco, si tratta di un piccolo edificio costruito su un masso inclinato e perciò volutamente pendente; la particolarità è che gli interni sono pendenti in senso opposto rispetto all’esterno, causando smarrimento in chi vi entra. Si ritiene che orginariamente l’entrata del Bosco fosse esattamente di fronte alla Casa Pendente;
2. Il maestoso ‘’elefante’’ che reca sulla schiena una grossa torre e nella proboscide tiene un legionario romano quasi a volerlo stritolare. Sembra un riferimento all’impresa di Abbibale durante le guerre puniche;
3. Proteo o Glauco, è un immenso mascherone antropomorfo con la bocca spalancata, che sembra emergere direttamente dalle viscere della Terra, sormontato da un grande globo di pietra;
4. ‘’Ercole e Caco’’, denominato “il Colosso”, è la più grande statua presente nel Parco. Rappresenta la lotta di due giganti, identificati come Ercole e Caco. Intorno a loro, alcune figure di guerrieri ormai erose dal tempo;
5. Fontana di Pegaso, è una vasca di una fontana (probabilmente mai realmente stata in funzione) da cui emerge la figura di Pegaso;
6. Il Tempio, il quale non faceva parte delle meraviglie del luogo, ma fu costruito venti anni dopo in onore della seconda moglie dell’Orsini;
7. L’orco, sicuramente la figura più celebre del Parco e suo simbolo, un grande volto con la bocca spalancata; è una camera scavata nel tufo in cui si entra per mezzo di alcuni gradini, dove sono collocate delle panche e un tavolo;
8. Piazzale dei vasi, Nettuno e la ninfa dormiente, è un grande piazzale con enormi vasi che conducono alla statua di Nettuno, dio dei Mari, adagiato su un letto d’acqua e tenente tra le braccia un delfino. A poca distanza, una ninfa gigantesca dorme poggiata sul suo braccio.
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