Il rischio idrogeologico idraulico da inondazione

Il rischio idraulico da inondazione risulta essere il prodotto di due fattori: la pericolosità e il danno atteso. Quali sono i fenomeni fisici che producono gli eventi calamitosi che aumentano la pericolosità di un’area?

Per rischio idrogeologico si intende il rischio da inondazione, frane ed eventi meteorici pericolosi di forte intensità e breve durata. Questa tipologia di rischio può essere prodotto da: movimento incontrollato di masse di acqua sul territorio, a seguito di precipitazioni abbondanti o rilascio di grandi quantitativi d’acqua da bacini di ritenuta (alluvioni); instabilità dei versanti (frane), anch’essi spesso innescati dalle precipitazioni o da eventi sismici; nonché da eventi meteorologici pericolosi quali forti mareggiate, nevicate, trombe d’aria.
Ma soffermiamoci adesso sul rischio idraulico da inondazione da parte di acque provenienti da corsi d’acqua naturali e/o artificiali. Questo tipo di rischio risulta essere il prodotto di due fattori: la pericolosità (ovvero la probabilità di accadimento di un evento calamitoso di una certa entità) e il danno atteso (inteso come perdita di vite umane o di beni economici pubblici e privati).

Capiamo quindi quali sono i fenomeni fisici che producono questi eventi calamitosi. Un fiume si genera all’interno di un bacino idrografico. Questo non è altro che un area, solitamente una valle delimitata da creste montuose, in cui le precipitazioni meteoriche, raccolte all’interno di questo bacino, raggiungono il fiume. E’ importante ricordare che tutte le terre emerse sono divise da bacini idrografici che alimentano i diversi corsi d’acqua.

Quando si produce un equilibrio tra l’acqua meteorica che, per arrivare al fiume viene in parte assorbita dal suolo, quest’ultima giunge nel corso d’acqua in quantità minore rispetto a quella caduta dal cielo (proprio per il fatto che molta della pioggia viene assorbita da suolo e vegetazione). Nel momento in cui le precipitazioni sono molto forti e prolungate, l’acqua che viene assorbita dalla vegetazione e dal suolo è poca rispetto a quella che cade, ed il fiume che raccoglie quest’acqua inizia ad ingrossarsi. In questi casi è possibile, purtroppo, che gli argini dei fiumi e dei torrenti non sono in grado di contenere la quantità d’acqua che defluisce e così l’acqua dal fiume può fuoriuscire dagli argini (che possono addirittura rompersi), provocando allagamenti e inondazioni del territorio circostante.

A questo punto è facile capire che un’inondazione si ha quando l’intensità della pioggia supera la soglia critica specifica di un bacino cioè quando il suolo non è più in grado di assorbire acqua e questa defluisce verso valle in quantità enormi.

Quindi tutta l’acqua dei fiumi minori (torrenti) confluisce nei corsi d’acqua principali aumentandone la portata. A questo punto, se gli alvei dei corsi d’acqua principali hanno una sezione troppo ridotta, o se gli argini sono costituiti da terreni poco addensati o con scarse caratteristiche geomeccaniche, l’acqua può superare (o rompre) gli argini e inonda le aree circostanti.

Un’alluvione si produce quando avviene la concomitanza di tutti questi fenomeni, con un effetto che può essere catastrofico.

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