Il G20 2021, i punti di discussione: pandemia, cambiamento climatico e Afghanistan

Al G20 2021 il cambiamento climatico è stato oggetto di discussione più approfondita con l’accettazione che si tratta di una triste realtà da contrastare con lungimiranza e ingentissime risorse economiche.

Fiumi di parole e tonnellate di buone intenzioni, ma i Governanti stessi devono fare i conti con il quotidiano e con popolazioni che prese da stringenti e quotidiane necessità sono poco inclini a pensare al futuro, a beneficio dell’attuale.

 

Al G20 2021 in Italia non sembra, per lo meno dalle notizie filtrate dai media, che ci sia stato dibattito sulla attuale situazione Afghana e sull’annullamento – di fatto – alle donne afgane di esistere come persone e cittadine.

Poco si è detto sulla pandemia da Covid 19, se non esprimere la volontà di vaccinare circa i ¾ della popolazione mondiale entro il 2022, ma senza indicare con quali risorse.

Il cambiamento climatico è stato invece oggetto di discussione più approfondita con la accettazione, oramai inoppugnabile, che si tratta di una triste realtà da contrastare con lungimiranza e ingentissime risorse economiche.

Ma non tutti i Leader presenti, in presenza o in teleconferenza, hanno condiviso le scadenze proposte.

Eppure…

in Italia, dall’anno 589 al 2021, in circa 130 eventi a causa di inondazioni ed alluvioni storicamente documentate vi sono stati 15500 morti accertati  (fonte: Wikipedia).

Se si provano ad analizzare i singoli episodi, raggruppandoli in diversi intervalli temporali, si scopre che:

Intervallo temporale Numero dei morti Numero eventi
Tra il 589 e il 1860 (1300 anni) 8136 13
tra il 1861 e il 1946 (80 anni) 1622 14
fra il 1947 e il 1999 (40 anni) 5517 40
tra il 2000 e il 2021 (20 anni) 231 60
Totali 15506 127
  1.  Dall’anno 589 al 1860, ovvero in circa 1300 anni, sono avvenute 13 alluvioni, con 8100 morti.

Targa commemorativa dell’alluvione di Pisa – 19 maggio 1680

 

  1. Dal 1861 al 1946, in circa 80 anni, 14 eventi, con 1600 morti.

Il Disastro di Molare – 13 agosto 1935

 

 

  1. Dal 1947 al 2000, in meno di 50 anni, 40 eventi con 5500 morti;

Alluvione a Firenze. 4 novembre 1966

 

  1. Dal 2001 all’ottobre 2021, in 20 anni, 60 eventi, con 230 morti.

Alluvione di Catania, 25 ottobre 2021

Come si può vedere, le alluvioni, con danni a persone e cose, sono aumentate notevolmente di numero a mano a mano che ci si avvicina ai giorni nostri; ad esempio se in ottanta anni, dal 1860 al 1946 ci sono state 14 alluvioni, in venti anni queste sono state ben sessanta; quindi in un periodo quattro volte minore le alluvioni si sono quadruplicate!

Per fortuna il numero dei morti per singolo evento sembra essere molto minore in epoca moderna che passata, volendo escludere quelli causati da imperizia o dolo, come nel caso del disastro del Vajont o della Val di Stava.

Ma proviamo ora ad ipotizzare quali possono essere le cause di tanti disastri, rispetto al loro andamento temporale.

Esse sono certamente multifattoriali, cioè dipendenti dai molti parametri in gioco.

  1. Come è noto l’Italia, dal punto di vista geologico è un paese giovane, stretta come è tra le placche tettoniche tuttora in evoluzione per le spinte che quella Africana produce contro quella Europea (con grande semplificazione del fenomeno). Per questo motivo orogenesi, subduzione, vulcanismo ed erosione sono molto attivi.
  2. Con lo scorrere dei secoli la popolazione della Penisola è notevolmente aumentata, passando dai circa dieci milioni di individui all’epoca della caduta dell’Impero Romano ai circa 60 milioni attuali. Si comprende quindi bene che in un esiguo territorio come il nostro la pressione antropica è notevolmente aumentata con lo scorrere dei secoli, antropizzando completamente il territorio per renderlo fruibile ed abitabile da una sempre crescente massa di individui. Ciò a scapito però di quelle che sono le leggi della Fisica (forza di gravità in primis).
  3. Non è però aumentata soltanto la popolazione italiana, bensì quella mondiale che nel medioevo era di circa 160 milioni di abitanti mentre quella attuale supera di gran lunga i sette miliardi di individui.

Grafico della crescita della popolazione mondiale

Per sopravvivere quindi l’homo sapiens ha plasmato l’intero pianeta: i suoi bisogni sono stati e sono ancora oggi prevalenti sulla naturale evoluzione della Terra.

Il crescente bisogno di energia, la pressante esigenza di attingere a nuove risorse per una popolazione cresciuta esponenzialmente, hanno alla fine alterato l’equilibrio del pianeta che – come la termodinamica insegna – ha comportato un aumento medio della temperatura con le conseguenze che viviamo quotidianamente.

Canada, incendi e caldo record – luglio 2021

Estati oltremodo calde per le nostre latitudini, eventi alluvionali abnormi (uniti alla scomparsa e cementificazione del letto dei fiumi); eventi estremi di temperature anche di 50°C registrate questa estate in nel nord del Canada, freddo polare in aree temperate, portano a concludere che è tempo, se non è già tardi – di arrestare il processo di antropizzazione selvaggio del pianeta e pianificare un graduale ma molto lungo processo di “normalizzazione”.

All’apparenza si susseguono gli incontri ai massimi vertici mondiali, con fiumi di parole e tonnellate di buone intenzioni, ma i Governanti stessi devono fare i conti con il quotidiano e con popolazioni che prese da stringenti e quotidiane necessità sono poco inclini a pensare al futuro, a beneficio dell’attuale.

Sembra essere un’equazione senza soluzioni ma se non si adottano le misure suggerite da studiosi di ogni parte del mondo, il genere umano rischia una catastrofe senza eguali nella sua storia milionaria.

 

Evoluzione e involuzione dell’Homo Sapiens

Previous Post
Next Post