EMERGENZA CLIMATICA 2020: Non tutte le compagnie assicurano un futuro più green

L’emergenza climatica nel 2020 è ancora una realtà e le principali società di Stati Uniti, Asia e Regno Unito assicurano ancora il carbone.

Benché molte importanti compagnie assicurative stiano ritirando i loro investimenti da gas e carbone, ancora non sono sufficienti gli impegni per raggiungere l’Accordo di Parigi.

È questo che rivela l’ultimo report della campagna internazionale Insure Our Future – di cui fanno parte Re:Common e Greenpeace – sulla risposta del settore all’emergenza climatica. Sebbene gli assicuratori di tutto il mondo stiano continuando a ritirarsi dal carbone, con un impatto tangibile sulla sua estrazione e sulle società elettriche, questo slancio non tiene il passo con l’escalation della crisi climatica.

Le principali società negli Stati Uniti, il mercato dei Lloyd’s e l’Asia orientale lo sono ancora assicurando il carbone.

Foto di Fabio Morich

L’accordo di Parigi stabilisce un quadro globale per evitare pericolosi cambiamenti climatici limitando il riscaldamento globale ben al di sotto dei 2ºC e proseguendo con gli sforzi per limitarlo a 1,5ºC, ma i piani generali nazionali per l’azione per il clima  non sono ancora sufficienti per conseguire gli obiettivi concordati in merito alle temperature.

Il gruppo intergovernativo di esperti sui cambiamenti climatici delle Nazioni Unite ha avvertito che abbiamo una finestra di soli 10 anni per mantenere il riscaldamento globale a 1,5 °C e anche mezzo grado oltre potrebbe peggiorare significativamente il rischio di siccità, inondazioni e caldo estremo con impatti ambientali, sociali ed economici devastanti.

Il carbone è infatti responsabile del 40 per cento delle emissioni globali di CO2 relative al settore energetico e la combinazione di petrolio e gas arriva al 55 per cento.  Un mondo in riscaldamento ha già aumentato la frequenza e l’intensità degli eventi meteorologici estremi.

L’ONU riferisce che i disastri causati da inondazioni, tempeste, siccità, incendi e ondate di caldo sono quasi raddoppiati negli ultimi venti anni e avverte che stiamo trasformando la nostra unica casa in un inferno inabitabile.

Assicurazioni Generali, principale compagnia assicurativa italiana e leader a livello mondiale, pare invece aver fermato il suo contributo al contrasto all’emergenza climatica in corso.

Gli assicuratori non hanno solo la responsabilità morale di aiutare ad attuare l’accordo di Parigi, ma hanno anche potenti incentivi finanziari per guidare la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio, assicurando solo progetti coerenti con un obiettivo di 1,5 °C.

È una realtà che i combustibili fossili, in particolare il carbone, stanno perdendo la loro attrazione come investimenti e le assicurazioni con il loro contributo possono e devono più che contribuire, in modo da raggiungere un equilibrio tra emissioni e assorbimenti nella seconda metà del secolo.

Un chiaro e forte cambio di rotta verso le rinnovabili potrebbe giovare a milioni di persone, salvando vite umane, creando economie inclusive e mitigando la minaccia del cambiamento climatico.

IMMAGINE IN EVIDENZA di Fabio Morich

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