Gilberto Pambianchi – geologo – docente Università di Camerino – Presidente Nazionale dei Geomorfologi Italiani – indica la frana ed ha dichiarato: occorre ”fare un immediato monitoraggio del territorio”
“Gli effetti causati dal terremoto dell’Ottobre scorso sul territorio marchigiano – umbro e da noi mappati sono stati ben 4000. Abbiamo riscontrato spaccature di circa 2 metri e profondità sempre di 2 metri. Camminando in cresta ai versanti queste spaccature evidenziano lo scuotimento legato al sisma e fanno presupporre che tali situazioni possano evolvere anche in criticità molto importanti. Stiamo andando incontro ad una stagione fredda e dunque il ghiaccio che si può formare e penetrare dentro queste spaccature potrebbe ancora di più allargare tali spaccature. Questa è una situazione che va assolutamente monitorata”. Lo ha dichiarato Gilberto Pambianchi, Presidente Nazionale dei Geomorfologi, aprendo il primo dei tre briefing stampa dei geologi nell’area colpita dal sisma del 2016. Briefing stampa dei geologi sul corpo di una grande frana. “Il paesaggio sta cambiando. Ci sono circa 300 frane nell’area epicentrale – ha proseguito Pambianchi – e di queste almeno 30 frani grandi si sono riattivate dopo il terremoto. Un sisma che ha interessato un’area molto grande. Basti pensare che abbiamo trovato effetti su ben 1200 chilometri di strade. Nella Val Nerina una frana di crollo di circa 40-50.000 metri cubi di materiale ha invaso l’asta del fiume Nera creando uno sbarramento a monte ed un fenomeno analogo si è verificato anche nella Valle dell’Infernaccio, dove una frana di crollo di circa 30 – 40.000 metri cubi ha creato un piccolo specchio lacustre. L’appello è quello di fare un immediato monitoraggio del territorio”.
FONTE: comunicato stampa AIGEO (Associazione Italiana di Geografia Fisica e Geomorfologia),