Venerdi scorso a Scafati si è tenuto il convegno: “Fiume Sarno da fogna a risorsa”
Il primo intervento è stato quello di Giuseppe Foscari nel corso del quale il docente ha illustrato il quadro storico del Fiume concludendo che è fondamentale garantire uno sviluppo ecosostenibile.
Lo stesso Prof. Massimiliano Bencardino ha incentrato il suo intervento su sviluppo e territorio, puntando il dito sui piani urbanistici comunali che non considerano mai il fiume Sarno come un elemento da salvaguardare e soprattutto da valutare.
L’Ing. Roberto Cigliano, ha spiegato, col suo intervento, che tecnicamente è impossibile depurare qualunque corso d’aqua e quindi anche il Sarno. Ha spiegato, pertanto, che ”’per risolvere il problema nella maniera più semplice si dovrebbero annullare i carichi inquinanti, ma essendo difficile riuscirci, bisognerebbe almeno diminuire le immissioni degli stessi”.
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Dopo Cigliano è stata la volta di Aurelio Nasto che ha parlato dei danni causati alla salute dall’inquinamento del Sarno. Il chirurgo, con la sua presentazione semplice e diretta, ha dimostrato, purtroppo, che esiste una chiara presenza di persone ammalate proprio in corrispondenza dei siti maggiomente inquinati d’Italia.
Il Dr.Giancarlo Russo, della Dda di Salerno, ha quindi concluso gli interventi, ricordando le sue esperienze di controllo e di chiusura di molte industrie che, in passato, non presentavano impianti di depurazione a norma di legge.
Un incontro, quello dello scorso venerdì, che sicuramente ha chiarito il problema Sarno a 360gradi, dall’aspetto storico a quello ambientale, da quello tecnico a quello legislativo, ricordando che il controllo continuo dello Stato sulle fonti di inquinamento è di fondamentale importanza se si vuole porre fine a questo enorme danno ambientale.
Incontri come questi, dopo la manifestazione dei cittadini scafatesi del 3 settembre, dovranno continuare. I cittadini, le associazioni e i professionisti di Scafati e di tutto l’Agro Nocerino sarnese sembrano finalmente uniti. Partire dopo 40 anni sembrerà tardi, il percorso sarà lungo, ma le possibilià e le risorse ci sono per rivedere il Sarno limpido come una volta.