Una corrispondenza intrattenuta tra Ministero d’Agricoltura Industria e Commercio e il Corpo Reale delle Miniere, conservata presso l’Archivio Centrale dello Stato a Roma, testimonia alcuni provvedimenti presi durante la stesura della Carta geologica della Sicilia.
I lavori per la Carta geologica d’Italia ebbero inizio nel 1877 con la Sicilia. I 27 fogli, che avrebbero costituito la Carta dell’isola a scala 1:100.000, furono pronti nel 1882 e stampati tra il 1884 e il 1886. Il rilevamento geologico fu facilitato dalla presenza della Carta topografica dello Stato Maggiore Italiano a scala 1:50.000[1]. Il gruppo di ricerca era costituito dagli ingegneri del Corpo Reale delle Miniere L. Mazzetti, L. Baldacci, R. Travaglia, A. Di Stefano, E. Cortese e M. Anselmo.
Le ricerche condotte presso l’Archivio Centrale dello Stato di Roma hanno evidenziato la presenza di una corrispondenza intrattenuta tra il Corpo Reale delle Miniere e il Ministero d’Agricoltura Industria e Commercio inerente al rilevamento geologico in Sicilia[2]. Il carteggio è diviso in due parti sotto le denominazioni “Complessiva” e “Studio del bacino solfifero di Lercara”, quest’ultima tuttavia si distacca dalle questioni sulla realizzazione della Carta geologica della Sicilia.
Il primo documento, datato 12 agosto 1878, è una lettera dell’ispettore Capo del Corpo Reale delle Miniere, Nicola Pellati, rivolta al Segretariato Generale del Ministero dei Lavori Pubblici. Nella prima parte della comunicazione Pellati fa riferimento a un provvedimento del Ministero dei Lavori Pubblici sul richiamo in sede degli ingegneri minerari presenti sulla “linea delle due Imere”[3]. Pellati rivolgendosi al Ministero riassume la situazione e afferma che non appena saranno pronti gli altri fogli della carta topografica a scala 1:25.000, sui quali si basa il rilevamento geologico, gli ingegneri saranno inviati nelle altre zone ancora da rilevare. Il Ministero risponde il 14 agosto che la disposizione per inviare nuovamente gli ingegneri nella zona delle Imere sarebbe stata comunicata in futuro.
Il 18 febbraio 1880 Felice Giordano, ispettore capo del Corpo Reale delle Miniere, comunica al Ministro dell’Agricoltura, Industria e Commercio che i lavori per la carta geologica saranno ripresi a partire dal mese di marzo. Si propone di dividere la squadra dei rilevatori in tre gruppi, ognuno dei quali doveva occuparsi di una particolare parte dell’isola, con alloggio degli ingegneri rispettivamente a Palermo, Messina e Siracusa. I tre gruppi di rilevatori erano così suddivisi, come lo stesso Giordano scrive nella lettera: «La prima sarà composta degli ingegneri Baldacci e Anselmo, la seconda degli ingegneri Mazzetti e Cortese, la terza dell’ingegnere Travaglia e dell’aiutante Cassetti». Tutti i componenti dovevano comunque fare capo all’ingegnere distrettuale di Caltanissetta, sia per quanto riguardava le corrispondenze, sia per gli stipendi e per ogni altra competenza. Inoltre, nella stessa lettera, viene chiesto di effettuare un decreto ministeriale per affidare l’incarico agli ingegneri Cortese e Anselmo con una retribuzione di £ 200 mensili.
Con lettera del 10 marzo 1880 il Ministero dell’Agricoltura Industria e Commercio invia il decreto per l’ingegnere Cortese, ma non per l’ing. Anselmo, in quanto per lui già era stato emesso un decreto il 7 gennaio dello stesso anno. Inoltre, viene approvata la proposta di suddividere in tre gruppi gli ingegneri minerari.
Il 16 settembre 1880 il capo del Corpo reale delle Miniere, Giordano, propone al Ministero dell’Agricoltura di sospendere i lavori di rilevamento durante la stagione autunnale. I lavori, come egli comunica, erano giunti ad uno stato avanzato. Infatti durante l’estate appena trascorsa il rilevamento geologico non era stato interrotto, come invece era accaduto durante gli altri anni per le particolari condizioni meteorologiche. Giordano prevede che per la prima metà del 1881 tutti i lavori saranno terminati.
Il 12 ottobre 1881 sempre l’ispettore capo Giordano informa che l’Ing. Cortese nella successiva stagione di rilevamento dovrà apportare alcuni ritocchi alla carta geologica del messinese eseguita assieme a Mazzetti. Tuttavia si comunica che Cortese, momentaneamente a Bologna, preferisce ritornare in Sicilia e terminare il lavoro rinunciando al suo congedo. Si propone che con la nuova stagione di rilevamento siano presenti tutti gli ingegneri incaricati e saranno iniziati i lavori anche nella parte meridionale della Calabria e che Baldacci rimanga in Sicilia per ritoccare l’intera carta geologica.
Il Ministero risponde il 24 ottobre 1881 che non sarà autorizzato l’inizio di nuovi lavori in nessuna altra regione italiana, se non prima saranno completati e stampati sia i fogli della Sicilia sia le note illustrative. Per quanto riguarda Baldacci il Ministero consiglia che per il lavoro di rifinitura sia sostenuto anche dall’ingegnere Cortese e dall’assistente Cassetti.
Nella parte “Complessiva” di questo fascicolo sono inoltre presenti tre documenti, due lettere e un mandato di pagamento, riguardanti la realizzazione di un profilo geologico della catena dei Peloritani, reso possibile grazie alla costruzione della galleria Messina-Saponara. La prima lettera è di Nicola Pellati, Ispettore Capo del Corpo Reale delle Miniere, datata 29 aprile 1891. A queste seguono il mandato di pagamento di £ 30 a favore di Leonardo Cacopardo autore del profilo geologico e la lettera d’accompagnamento.
[1] Cfr. Fabiana Console, 1877: Luigi Baldacci e la carta geologica della Sicilia, www.geoitaliani.it, 13 luglio 2013.
[2] Archivio Centrale dello Stato, Fondo MAIC, direzione Gen. Agricoltura, busta 954, fasc. 4199.
[3] È la linea delle due valli solcate dai fiumi Salso e Platani, anticamente detti Imera Meridionale ed Imera settentrionale, onde il nome delle due Imere.
IMMAGINE IN EVIDENZA DA: http://www.geoitaliani.it/2013/07/1877-luigi-baldacci-e-la-carta.html , IL SITO DELLA sezione di Storia delle Geoscienze della Società Geologica Italiana