La storia degli eventi avvenuti in passato e gli studi su di essi a cosa servono se non si mettono in pratica interventi sul territorio?
L’area dell’evento franoso del 26.11.2022 a Casamicciola Terme è costantemente oggetto di eventi simili!
Lo studio del Prof. Franco Ortolani del 2009 e l’attuale cartografia ISPRA.
L’area dell’evento franoso avvenuto ieri mattina a Casamicciola Terme, sull’isola di Ischia, nell’ultimo secolo è stata costantemente oggetto di eventi franosi del tipo ”colate di fango” con inclusi grossi blocchi rocciosi.
Prima di esso, l’evento franoso più rilevante e tragico risale al 10 novembre del 2009.
Intorno alle ore 8:00, sempre in concomitanza di intense precipitazioni piovose, le strade che dalla zona alta di Casamicciola Terme scendono verso il porto, furono improvvisamente invase da rapidi flussi piroclastici che travolsero autovetture e persone.
La frana causò purtroppo una giovane vittima e vari feriti, oltre a diffusi danni.
Tronchi d’albero, detriti vari tra cui rifiuti, autovetture e anche persone furono violentemente trascinate fino al mare, proprio come il 26 novembre 2022.
L’aspetto idro-geomorfologico in cui si innescò la frana è stato bene illustrato dal Prof. Franco Ortolani nel 2009 (ORTOLANI F. in ”Le colate di fango del 10 novembre 2009 di Casamicciola Terme Ischia, del 2009”).
Secondo il Prof. Ortolani l’assetto morfostrutturale conseguente il sollevamento recente del Monte Epomeo ha determinato un controllo sul reticolo idrografico del versante settentrionale, determinando la convergenza di tutte le incisioni vallive in un’unica valle, che canalizza le acque verso mare proprio in corrispondenza dell’area maggiormente urbanizzata di Casamicciola Terme.
Sotto l’aspetto geologico, secondo Ortolani, i valloni sono impostati in versanti molto inclinati, incisi in sedimenti piroclastici, mentre in superficie si trova il suolo avente spessore compreso tra 30 cm e 1m circa.
Gli alvei e i versanti, inoltre, sono interessati da continue modificazioni naturali causate dalle attività antropiche.
L’instabilità dei versanti dei valloni è nota in quanto periodicamente si verificano scollamenti dei sedimenti superficiali (suolo e parte alterata dei sedimenti piroclastici) in seguito alla forte imbibizione idrica o saturazione in connessione ad eventi piovosi significativi.
Tali dissesti si trasformano in colate di fango che di solito provocano il trasferimento di centinaia di metri cubi di sedimenti liquefatti dai versanti verso la base della depressione valliva.
Spesso si realizzano sversamenti incontrollati di acqua, terreni e materiali di risulta lungo i cigli delle scarpate, lungo i versanti e lungo gli alvei, come è facile rilevare in loco, che incrementano l’instabilità e aumentano al contempo il volume del materiale che può essere coinvolto da eventuali flussi fangosi rapidi incanalati.
Nello studio di Ortolani del 2009, inoltre, viene specificato il fatto che gli alvei, in seguito all’urbanizzazione, sono stati ricoperti e trasformati, in gran parte, in alvei-strada.
Le sezioni fognarie, invece, possono essere idonee a far defluire l’acqua di ruscellamento ma certamente non sono sufficienti a raccogliere e incanalare eventuali colate rapide di fango sviluppatesi negli alvei pedemontani.
Infatti questi flussi fangosi sono caratterizzati da portate consistenti e dal trasporto di materiale ingombrante quale alberi d’alto fusto, massi di roccia, eventuali materiali in alveo.
Gli eventi del 1910 e del 2006
Altri eventi simili si verificarono nell’ottobre 1910 (vedi Figura), quando Casamicciola fu devastata da potenti colate rapide di fango e detrito incanalatesi nelle “cave” pedemontane che invasero l’abitato e le strade seminando distruzione e morte e il 30 aprile 2006, quando nella zona di Monte Vezzi, si innescarono alcune colate rapide di
fango che provocarono vittime e seri danni alle abitazioni e alle strade.
Cosa dicono le cartografie dell’ISPRA?
La piattaforma IdroGEO consente la consultazione, il download e la condivisione di dati, mappe, report, documenti dell’Inventario dei Fenomeni Franosi in Italia – IFFI, delle mappe nazionali di pericolosità per frane e alluvioni e degli indicatori di rischio.
Dalla Piattaforma IDROGEO si osserva che l’area interessata dalla frana del 26 novembre 2022, è dichiarata a pericolosità MOLTO ELEVATA.
Sicuramente gli studi saranno aggiornati, alla luce del nuovo evento, ma si riuscirà, definitivamente, a trovare soluzioni?
Saranno FINALMENTE prese in considerazione le DEMOLIZIONI e le DELOCALIZZAZIONI di fabbricati in zone a rischio?
Se davvero vogliamo conseguire obiettivi di salvaguardia, tutela e sicurezza del territorio, insieme con interventi strutturali, saranno FINALMENTE prese in considerazione una serie di misure e azioni ‘non strutturali’, quali come i monitoraggi strumentali, i presidi satellitari, strumentali e tecnico-specialistici?