La mobilità sostenibile nell’età contemporanea, un utile volano delle attività economiche nella fase della ripartenza
di Giuseppe Toscano
Un sistema di mobilità, che sia vantaggioso per gli uomini e che non impatti significativamente sull’ambiente, non può prescindere da soluzioni di trasporto sostenibili, il cui sviluppo è senz’altro uno tra i principali strumenti utili a ridurre l’inquinamento atmosferico, le emissioni di gas a effetto serra ed il consumo di territorio.
Quando l’attuale crisi socio-economica, che affligge tutti i Paesi colpiti dalla pandemia da Coronavirus, imboccherà la via della risoluzione all’insegna di un nuovo sviluppo, la mobilità sostenibile dovrà dunque assumere un ruolo di fondamentale importanza:
quello di pilotare i Paesi fuori dal tunnel Covid-19, tutelando la salvaguardia delle risorse ambientali.
La riscoperta del velocipede nel trasporto urbano
Il Governo Italiano ha posto in essere, negli ultimi mesi, talune iniziative contenute nel Decreto Rilancio, che hanno come obiettivo la disincentivazione all’uso dei mezzi di trasporto più inquinanti, soprattutto per gli spostamenti urbani.
Tali iniziative possono contribuire certamente a ridurre i contatti interpersonali, ma anche a creare le premesse per costruire un sistema di mobilità a basso impatto ambientale.
Probabilmente i provvedimenti normativi attuati, come rilevato dalla politica più attenta alla tematica ambientalistica, non sono da soli sufficienti a raggiungere le auspicate finalità, ma è comunque significativo che sia stato dato un primo reale impulso all’utilizzo dei velocipedi.
Inoltre è da evidenziare che lo sviluppo della mobilità con bicicletta, o altri mezzi a propulsione prevalentemente elettrica, necessita di interventi sia normativi che strutturali.
Infatti, nelle aree urbane, si è verificato negli ultimi mesi un notevole aumento di incidenti stradali che hanno coinvolto in particolare i monopattini elettrici i quali, essendo equiparati alle biciclette, non hanno l’obbligo della copertura assicurativa.
Nella situazione appena descritta, dunque, in una prospettiva ecosostenibile, uno dei protagonisti della mobilità nella fase della ripartenza dopo la emergenza sanitaria, senz’altro potrà diventare il velocipede.
Nelle grandi città, però, spostarsi con la bicicletta purtroppo significa non solo affrontare il traffico ma anche lunghi percorsi che possono spaventare i ciclisti, talvolta costretti a pedalare per molti chilometri.
Il sistema di trasporto intermodale, ovvero bici + metro o bici + treno, risolve brillantemente questo problema aumentando ancor più il vantaggio in termini di tempo e rendendo possibile l’uso della bici anche a persone meno abituate a percorrere lunghi tragitti.
Il treno, un importante mezzo di trasporto sostenibile
Il viaggio intermodale bici + treno sta diventando sempre più una realtà, esso prevede l’uso della bici per raggiungere il luogo di partenza del treno e per spostarsi una volta giunti nel luogo di destinazione.
In Italia molti nuovi treni regionali dispongono di agevoli e capienti rastrelliere per biciclette mentre sui treni dell’Alta Velocità, che non sono propriamente treni per cicloamatori, la bici può essere smontata e riposta in apposite sacche o scatole.
Infine, sui treni a lunga percorrenza che viaggiano sulle linee convenzionali, è in corso l’installazione di postazioni per trasportare le bici dei viaggiatori.
Ma vediamo perché il treno, anche per effetto di importanti presupposti normativi comunitari, può svolgere una funzione fondamentale nell’ambito dell’efficientamento di un sistema di mobilità sostenibile.
Libro Bianco dei Trasporti del 2011
Pietra miliare della normativa che regolamenta la materia di cui stiamo discorrendo, è senz’altro il Libro Bianco dei Trasporti del 2011, che considera essenziale il trasporto ferroviario nelle politiche dei trasporti dell’Unione europea, anche come settore generatore di ricchezza e di posti di lavoro.
Il Libro Bianco dei Trasporti del 2011 indica una strategia realistica, se pur con un orizzonte temporale al 2050, quindi piuttosto ampio, nel tentativo davvero complesso di coniugare l’incremento della mobilità e la riduzione delle emissioni.
Elenchiamo alcuni obiettivi fondamentali, in esso dettagliatamente indicati, e da cui si evince la centralità del sistema trasporto ferroviario:
- dimezzare, nelle grandi città, l’uso delle auto ad alimentazione convenzionale, entro il 2030, eliminandole del tutto entro il 2050.
- conseguire, nelle principali città, sistemi di logistica urbana a zero emissioni di C02, entro il 2030.
- il 30% del trasporto delle merci superiore a 300 km deve passare, entro il 2030, verso ferrovia e trasporto via mare; obiettivo elevato al 50%, entro il 2050;
- la maggior parte del trasporto di medie distanze dei passeggeri, entro il 2050, deve avvenire mediante ferrovia, per cui va completata la rete ad Alta Velocità a livello europeo;
- completare, entro il 2030, le reti infrastrutturali TEN-T, il cui obiettivo generale è stabilire un’unica rete transeuropea multimodale per integrare trasporto terrestre, marittimo e aereo;
- collegare tra di loro le reti ferroviarie, aeroportuali, marittime e fluviali;
- dimezzare gli incidenti stradali entro il 2020 (obiettivo non raggiungibile in quanto, nel 2011, i morti sulle strade della UE furono oltre 30.000 mentre, nel 2019, hanno superato i 20.000);
- entro il 2050, avvicinarsi all’obiettivo “zero vittime” aumentando la sicurezza in tutti i tipi di trasporto della UE.
Questi obiettivi comunitari attribuiscono al treno la funzione di reale alternativa al trasporto su gomma, una delle prime cause di emissioni di CO2 nell’atmosfera.
Nel nostro Paese, inoltre, oggi abbiamo la responsabilità di evitare di commettere gli stessi errori del passato; dal secondo dopoguerra, infatti, la mobilità motorizzata, prima a due e poi a quattro ruote, ha invaso le nostre città, incidendo pesantemente sulla formazione delle polveri sottili.
L’ultima rilevazione INRIX (Global Traffic Scorecard, marzo 2020) pone l’Italia, nel settore della mobilità, tra i Paesi meno sostenibili del pianeta.
Ebbene il treno, con le sue caratteristiche fedeli alle esigenze ambientalistiche, soprattutto se reso coprotagonista della modalità di traporto intermodale, può svolgere un ruolo fondamentale in un sistema di mobilità realmente sostenibile, utile volano delle attività economiche nella fase della ripartenza.