Il Geologo nella scuola, memoria e consapevolezza per prevenire i rischi di domani.
La nostra intervista al Presidente dell’Ordine dei Geologi della Campania, Dr. Egidio Grasso: ”Solo sviluppando una cultura della prevenzione radicata sarà possibile ridurre i danni causati dai disastri naturali.”
Dal 18 al 23 novembre 2024, l’Ordine dei Geologi della Regione Campania, in occasione dell’anniversario del terremoto del 23 novembre 1980, ha organizzato un evento divulgativo dal titolo Il Geologo nella scuola.
Lo scopo dell’iniziativa è stato quello di mantenere viva la memoria di tragedie passate ed accrescere la consapevolezza dei rischi del nostro territorio.
La manifestazione ha avuto quindi l’obiettivo, attraverso la divulgazione tecnica e scientifica, di aumentare la conoscenza dei rischi legati al territorio, con particolare attenzione al dissesto idrogeologico ed al rischio sismico.
Questo perché la diffusione della cultura geologica è l’elemento essenziale per la salvaguardia del territorio e dell’ambiente.
Inoltre gli incontri hanno anche consentito di far apprendere le attività del geologo e del suo ruolo nella prevenzione dei rischi.
A tal fine la manifestazione ha previsto il coinvolgimento di professionisti geologi, tra cui anche tanti insegnanti, che con grande passione hanno saputo dare le giuste motivazioni agli studenti delle scuole che hanno aderito all’evento.
Per approfondire il tema abbiamo intervistato il Presidente dei Geologi della Campania, al quale abbiamo rivolto le seguenti domande:
Gentile Dr. Grasso, come è nata l’idea e come hanno risposto le scuole e i geologi?
”L’idea de Il Geologo nella Scuola, nasce dall’osservazione che, durante i confronti con i cittadini dopo eventi calamitosi, emergeva spesso una scarsa conoscenza e consapevolezza dei rischi del proprio territorio.
”Questa constatazione ci ha spinto ad agire per colmare un vuoto educativo fondamentale: quello della conoscenza e della consapevolezza dei rischi geologici.”
”Le scuole hanno accolto l’iniziativa – continua il Presidente – con grande entusiasmo e ne hanno riconosciuto il valore pratico e formativo.”
”Il progetto ha raccolto l’adesione di oltre cento istituti, coinvolgendo più di 10.000 studenti.”
”Gli insegnanti hanno particolarmente apprezzato il contenuto delle presentazioni e gli studenti hanno mostrato viva curiosità e interesse, partecipando attivamente alle attività.”
”I geologi professionisti hanno abbracciato il progetto con entusiasmo, vedendolo come un’opportunità per mettere le proprie competenze al servizio delle nuove generazioni.”
”La loro esperienza sul campo – prosegue il Dr. Grasso – è risultata fondamentale per rendere accessibili e comprensibili concetti complessi, trasformandoli in informazioni pratiche e utili.”
Presidente, perché in Italia è sempre mancata la cultura del rischio nonostante la nostra penisola sia storicamente interessata da disastri naturali?
”La mancanza di una cultura del rischio in Italia può essere attribuita a diversi fattori storici, sociali e culturali:
Educazione limitata: tradizionalmente, le scuole italiane hanno dedicato poco spazio all’educazione sui rischi naturali. La prevenzione è stata spesso percepita come un tema tecnico, riservato agli esperti, piuttosto che come un aspetto fondamentale della formazione dei cittadini;
Reazione anziché prevenzione: l’Italia ha spesso affrontato i disastri naturali con un approccio reattivo, concentrandosi sulla gestione delle emergenze e sulla ricostruzione, piuttosto che sulla prevenzione e la pianificazione;
Falsa percezione di sicurezza: molti cittadini tendono a sottovalutare i rischi geologici, anche nelle zone più vulnerabili, per una combinazione di scarsa informazione e atteggiamenti fatalisti. Questo ha portato a una bassa sensibilità verso la prevenzione;
Fragilità del territorio: la conformazione geologica dell’Italia, combinata con lo sviluppo urbano spesso non pianificato, ha aumentato la vulnerabilità del territorio, ma queste problematiche non sono state sempre accompagnate da politiche preventive adeguate;
Ruolo delle istituzioni: le istituzioni, in passato, non hanno investito abbastanza nella diffusione di una cultura del rischio. Solo negli ultimi anni si sta assistendo a un cambiamento, con iniziative come i piani di emergenza comunale che vengono redatti, approvati, ma spesso non vengono adeguatamente pubblicizzati né aggiornati.”
”Colmare questo divario – conclude il Presidente Grasso – richiede un impegno continuo che parte dall’educazione e si estende alla politica, alla pianificazione del territorio e alla comunicazione con i cittadini.”
”Solo sviluppando una cultura della prevenzione radicata sarà possibile ridurre i danni causati dai disastri naturali.”