Nuove sostanze chimiche riducono l’ozono

Gli scienziati hanno individuato tre misteriose sostanze chimiche che riducono lo strato di ozono nell’atmosfera terrestre.

Un gruppo di scienziati della Swiss Federal Laboratories for Materials Science and Technology di Dübendorf ha scoperto nuove sostanze chimiche che distruggono lo strato di ozono presente nell’aria, ovvero quello strato che protegge la Terra dalle radiazioni ultraviolette.

La notizia è stata pubblicata anche dalla rivista Nature.

Facciamo una brevissima sintesi della formazione di ozono e della sua importanza e poi vediamo quali sono queste nuove sostanze ozono lesive e l’azione globale che ne è scaturita.

L’ozono (O3) è una forma allotropica dell’ossigeno ed è ritenuto un gas essenziale alla vita sulla Terra perché ci protegge dalle radiazioni “cattive” che sopraggiungono dallo spazio.

Il processo che porta alla formazione di ozono si definisce fotodissociazione e avviene quando le molecole della Stratosfera assorbono la radiazione UV con una determinata frequenza (hv).

La reazione vitale che ci protegge dalle radiazioni UV è la seguente:

O3 + hv —> O2 + O

Tuttavia, l’ozono si può formare anche per scariche elettriche o smog fotochimico e, infatti, buona parte di ozono troposferico si origina quando NOx (sigla generica che identifica collettivamente tutti gli ossidi di azoto e loro miscele che si producono come sottoprodotti durante una combustione) e VOC (Volatile Organic Compunds) reagiscono in presenza della radiazione solare.

Emissioni industriali, trasporti e solventi chimici sono le sorgenti di questi composti.

 

Le sostanze incriminate e il Protocollo di Montreal

Proprio per la loro capacità di distruggere lo strato di ozono presente nella Stratosfera alcuni composti chimici sono stati banditi dalla produzione e dall’utilizzo con il patto del 1987, chiamato Protocollo di Montreal.

Il Protocollo stabilisce i termini di scadenza entro cui le Parti firmatarie, tra cui anche l’Italia, si impegnano a contenere i livelli di produzione e di consumo delle sostanze dannose per la fascia d’ozono stratosferico (halon, tetracloruro di carbonio, clorofluorocarburi, idroclofluorocarburi, tricloroetano, metilcloroformio, bromuro di metile, bromoclorometano).

Purtroppo, in alcuni paesi questo non sta del tutto avvenendo.

Gli scienziati hanno analizzato campioni d’aria raccolti in tutto il mondo e hanno scoperto un composto idroclorofluorocarburo, chiamato HCFC-132b, che non era mai stato rilevato nell’atmosfera globale.

Questo composto sembra provenire da fabbriche dell’Asia orientale e i suoi livelli mostrano una tendenza al rialzo.

L’azione globale che ha interrotto la riduzione dello strato di ozono, consentendo di avviarne il recupero, è di fondamentale importanza per la salvaguardia di questo pianeta. Le radiazioni UV incidono anche sugli ecosistemi terrestri e acquatici, alterando la crescita, le catene alimentari e i cicli biochimici.

La maggior parte delle sostanze che aggrediscono l’ozono vengono emesse dalle attività umane e restano nella stratosfera per decenni: questo significa che la sua ripresa è un processo che richiede molto tempo e, soprattutto, collaborazione.

Sebbene il Protocollo sia uno dei più grandi successi riguardanti l’ambiente, resta ancora molto da fare per garantire una ripresa stabile di questo gas così essenziale.

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