Dopo 138 anni rivedono la luce le immagini dell’eruzione dell’Etna del 1879 e del terremoto di Bongiardo
L’album fotografico Etna, eruzione e terremoti del maggio-giugno 1879. Fotografie fatte per incarico del R. Governo italiano sotto la direzione del Prof. Orazio Silvestri, pubblicato di recente (Il Convivio Editore, 2017), conservato presso la Biblioteca R. Malaroda del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università degli Studi di Torino[1], contiene le immagini di due eventi estremamente importanti per la storia dell’Etna: l’eruzione del 26 maggio – 6 giugno 1879 e il terremoto del 17 giugno dello stesso anno. Le fotografie, come afferma lo stesso Orazio Silvestri, furono da lui «dirette per conservare memoria della grande eruzione etnea del maggio-giugno 1879 e dei luoghi funestati da questa e dai successivi terremoti»[2]. I contenuti vengono per la prima volta riproposti integralmente e, presumibilmente, corrispondono a ciò che Silvestri consegnò al Real Governo, in quanto al momento risulta irreperibile il raccoglitore allora depositato presso gli archivi statali.
L’eruzione del 1879 si colloca tra le più importanti del vulcano, sia per la varietà dei fenomeni che la interessarono, sia per l’attenzione mostrata dagli organi governativi e dalla comunità scientifica. Con questa eruzione, infatti, l’Etna viene annoverata tra le calamità naturali, presenti nel territorio italiano, da monitorare. In un’Italia che solo da pochi anni aveva raggiunto la sua unità nazionale, è stato necessario quindi avviare una serie di studi e di ricerche che potessero contribuire alla prevenzione del rischio vulcanico, promossi soprattutto dal Ministero dell’Agricoltura, Industria e Commercio, e dal Ministero della Pubblica Istruzione, in collaborazione con il prof. Orazio Silvestri. L’album, quindi, si inserisce in questa serie di ricerche e di studi.
Le immagini sono state eseguite dallo studio fotografico dei Tagliarini, sito a Palermo, il quale era gestito da Antonio e Tommaso, due benestanti giovani con la passione per la fotografia che si poterono fregiare del titolo di “Fotografi di Sua Altezza Imperiale la Principessa di Piemonte”, per aver fatto una foto alla principessa Margherita, che poi sarà la futura regina d’Italia, moglie di Umberto I. Le foto di quest’album, nonostante alcune tavole riportino come autori i nomi di entrambi i fratelli, sono eseguite materialmente da Tommaso, mentre Antonio non compare mai nelle trattative con il Silvestri, né in quelle con il Ministero dell’Agricoltura, Industria e Commercio e con il Ministero della Pubblica Istruzione. Silvestri, inoltre, non cita mai Antonio nelle lettere né nelle relazioni. La direzione delle fotografie fu assunta chiaramente dal Silvestri, che in quegli anni era diventato il massimo esponente della vulcanologia etnea.
L’album Etna, eruzione e terremoti del maggio-giugno 1879 è costituito da 25 tavole in cartoncino spesso (67×50 cm). In ognuna di esse è installata una fotografia, tranne per le tre del terremoto che ne racchiudono rispettivamente 4, 4 e 3 immagini. In copertina si legge Dono del Prof. Mario Bossolasco 13-12-1976.[3]
Le tavole che riguardano l’eruzione del 1879 ammontano a 22 e sono così suddivise per soggetto: quattordici interessano la frattura eruttiva del fianco nord-est del vulcano, compresa tra la quota 1690 e il grande cratere centrale, quattro raffigurano alcuni tratti significativi della colata sul fianco nord, due i centri eruttivi della frattura sul versante sud-ovest e infine la ventiduesima le Salinelle di Paternò. Ad esse sono da aggiungere le tre tavole del terremoto di Bongiardo.
[1] Collocazione ATL 28. In copertina: “Dono del Prof. Mario Bossolasco 13 12 1976” [Timbri dell’Istituto di Geologia, Paleontologia e Geografia Fisica Torino, Palazzo Carignano].
[2] Lettera pubblicata in Guglielmo Manitta, L’eruzione dell’Etna del 1879 problema dell’Italia unita: dall’apparato eruttivo a Passopisciaro, Castiglione di Sicilia, Il Convivio Editore, 2016, Documento n. 71, p. 193.
[3] Mario Pasquale Bossolasco fu un geofisico italiano. Nato a Torino nel 1903, morì nel 1985. Fu docente di fisica terrestre presso l’università di Genova e, dal 1953, presidente della Società Italiana di Geofisica e Meteorologia.