Il Vesuvio, la natura che da sempre intreccia il destino dell’uomo

L’ultimo romanzo ”La Fortuna” di Valeria Parrella intreccia i destini degli uomini di fronte alla natura: il vulcano Vesuvio consegna alla storia dell’umanità la città di Pompei.

Mauro Antonio Di Vito, Direttore dell’Osservatorio Vesuviano: ”La conoscenza è uno degli strumenti più importanti che abbiamo  per conoscere il territorio e mitigare il rischio di questo vulcano.”

 

 

Lo scorso Venerdì 7 ottobre 2022  si è tenuta la presentazione del romanzo di Valeria Parrella “La Fortuna” nella sede storica dell’Osservatorio Vesuviano a Ercolano (NA).

Il luogo perfetto davanti, anzi sopra, il protagonista naturale e nella sede del primo osservatorio vulcanologico al mondo, realizzato nel XIX secolo dal Re delle due Sicilie Ferdinando II di Borbone.

Il cono del Vesuvio visto dal terrazzo dello storico osservatorio vesuviano

Il luogo in cui si sono svolte le prime ricerche sismiche e vulcanologiche, in cui si sono sperimentati diversi strumenti di misurazione e che oggi ospita un museo della strumentazione scientifica che veniva utilizzata nel passato per studiare i terremoti e i vulcani.

La facciata dello storico osservatorio vesuviano

 

La serata

Ma veniamo alla serata a cui hanno partecipato esperti ”scientifici” dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) rappresentato dal Presidente, il Prof. Carlo Doglioni, Mauro Antonio Di Vito, Direttore dell’Osservatorio Vesuviano e dalla Dr.ssa Francesca Bianco, ricercatrice, che ha lasciato da poco la direzione Osservatorio Vesuviano al Dr. Di Vito.

Il prof. Carlo Doglioni

 

Il Dr. Mauro Antonio Di Vito

 

Moderatore della serata Ettore De Lorenzo, giornalista della TGR Rai Campania, che ha dialogato con i presenti sull’eruzione più famosa della storia, sugli eventi prodigiosi della natura, sulla loro bellezza e sulla indispensabile consapevolezza dei rischi naturali.

Ettore De Lorenzo, giornalista della TGR Rai Campania

 

La protagonista della serata

Valeria Parrella, scrittrice e drammaturga di origine partenopea, nel suo ultimo romanzo rivive gli eventi del 79 d.C. dandone una prospettiva inedita: quella di Lucio, un adolescente pompeiano che, arruolatosi nella flotta di Plinio il Vecchio, assiste alla distruzione della sua città che, in quel tragico evento, trova l’immortalità nella storia.

La scrittrice Valeria Parrella

 

Ad aprire i lavori è stata la Dr.ssa Francesca Bianco, che ha presentato l’incontro e illustrato ai  presenti la sede dell’osservatorio vesuviano:

‘’La comunità scientifica ha portato a gestire controlli che permettono di conoscere il respiro del vulcano….questo è stato il primo osservatorio vulcanologico al mondo dove è nata la vulcanologia moderna’’ – ha iniziato il suo discorso la ricercatrice INGV – ”un luogo che oggi convive con ogni altra cultura ”…”oggi cercheremo di fare proprio questo… nel libro, di cui parliamo, ci sono storie nostre…stasera faremo un investimento della cultura’’ e conclude ringraziando tutti dando la parola al moderatore Ettore De Lorenzo.

Il giornalista RAI presenta la serata ai numerosi ospiti dicendo che ”…questo libro ci restituisce la vita quotidiana anche di Pompei,…siamo in luogo importante, qui abbiamo insegnato ai giapponesi.’

De Lorenzo passa la parola a Prof. Doglioni:

Il presidente dell’INGV esordisce dicendo che ”…la nostra è una scienza importante, ma il cittadino cerca di dimenticare i rischi naturali, conoscere la natura ci serve per fare prevenzione” e prosegue dicendo che ”l’uomo guarda in alto ma non vuole guardare in basso” e conclude affermando che ”noi abbiamo il compito di sapere cosa c’è in basso. Avere una percezione di com’è fatto il sottosuolo… è importante capire se e quando ci saranno nuove eruzioni vulcaniche.” 

Il giornalista RAI chiede quindi alla scrittrice Parrella: ”cos’è e cosa significa per te il Vesuvio?”

”Per me la montagna è un assoggettamento” – risponde la scrittrice – ”una cosa di cui non ti riesci a liberare, come il meridione, il Vesuvio racconta benissimo gli ultimi 150 di storia unitaria d’Italia. Salendo” – continua la Parrella – ”si vedeva grazia e disgrazia, insieme, per la stessa strada.”

De Lorenzo passa la parola al Direttore dell’Osservatorio Mauro Antonio Di Vito che inizia il discorso parlando proprio dei direttori che lo hanno preceduto i quali osservavano il Vesuvio proprio da qual balconcino a cui si accede dalla sala convegni dell’osservatorio:

”Questo è il posto in cui nasce la volontà di studiare, osservare e vedere i cambiamenti, ma soprattutto di comprendere come funziona un vulcano”, e continua dicendo che ”poi ho letto il romanzo della Parrella e ho visto il vulcano sotto una nuova luce… sotto un altro aspetto…ho visto con occhi nuovi quello di cui ero abituato a vedere…’La Fortuna’ mi ha suscitato curiosità”.

”Per me è doveroso, come vulcanologo, dire come studiamo le eruzioni vulcaniche”…”in vulcanologia – continua il direttore – ”tutto quello che studiamo ha un margine di errore, non parliamo di verità scientifiche ma di approssimazioni successive alla conoscenza, si lega la curiosità con la conoscenza”…”e questo libro, con la curiosità che genera, favorisce il nostro lavoro”.

”Quello di favorire la conoscenza è uno degli strumenti più importanti che abbiamo  per conoscere il territorio e mitigare il rischio di questo vulcano.”

Il direttore conclude il suo discorso soffermandosi proprio su quello che manca veramente nella nostra cultura, la cultura della conoscenza del territorio.

Un lavoro, quello della diffusione della conoscenza, che occorre ribadire di continuo. Perchè la conoscenza porta alla consapevolezza del luogo in cui si vive, una conoscenza a cui occorre attingere da ogni lato e ”La Fortuna” di Valeria Parrella, con la storia di Lucio che vive i momenti dell’eruzione del 79 d.C. , ne è uno perfetto.

 

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