Terremoto centro Italia: continua tuttora lo sciame sismico nel reatino

Il terremoto di stanotte ha raso al suolo comuni quali Amatrice, Arquata e Pescara del Tronto; danneggiati alcuni beni monumentali tra cui la chiesa di S. Benedetto a Norcia. Nessun danno ad Assisi; 38 le morti accertate al momento e numerosi i  dispersi. Il numero delle vittime potrebbe aumentare. 

Il terremoto di grado 6.0 scala Richter verificatosi stanotte alle 3.36 (ora italiana) tra le province di Rieti ed Ascoli Piceno ha riportato la paura e lo sgomento nel cuore del centro Italia.

L’ipocentro è stato localizzato dall’INGV a 4 Km di profondità. I comuni entro 10 km dall’epicentro sono Accumoli (RI) ed Arquata del Tronto (Ascoli Piceno) mentre quelli rientranti in un raggio di 20 km dall’epicentro sono Amatrice (RI), Cittareale (RI), Norcia (PG), Acquasanta Terme (AP), Cascia (PG), Montegallo (AP), Montereale (AQ), Campotosto (AQ), Capitignano (AQ), Castelsantangelo Sul Nera (MC), Valle Castellana (TE), Posta (RI), Borbona (RI), Monteleone Di Spoleto (PG), Montemonaco (AP), Poggiodomo (PG), Preci (PG), Rocca Santa Maria (TE), Cortino (TE), Leonessa (RI), Roccafluvione (AP), Ussita (MC), Visso (MC).

Degli aftershocks registrati, 39 sono di entità superiore a 3; i numerosi altri sono stati percepibili solo a livello strumentale. I più forti sono avvenuti nella zona di Norcia (PG) e tutti hanno ipocentro piuttosto superficiale, attestato ad una profondità di meno di 10 km.

Distribuzione della sequenza sismica 24 Agosto 2016 - INGV

                 Distribuzione della sequenza sismica 24 Agosto 2016 – INGV

Come di può notare dall’immagine, gli aftershocks sono disposti lungo la faglia estensionale attiva, con direzione NNO – SSE, responsabile della sequenza sismica di oggi, coerentemente col regime estensionale dell’Appennino.

Questa zona, notoriamente attiva sismicamente, è stata colpita più volte da sequenze sismiche analoghe. Possiamo ricordare a tal proposito terremoti devastanti quali quelli del 1703 tra Norcia e L’Aquila, Colfiorito del 1997 ed il recentissimo terremoto de L’Aquila del 2009.

All’origine di questi terremoti vi è il regime distensivo dell’Appennino, ovvero il suo stiramento in direzione Ovest – Est; ciò che accomuna questi eventi sismici è la loro genesi in corrispondenza di faglie attive normali che corrono parallelamente all’Appennino, nei casi citati: parallelamente ai M.ti Sibillini ed al Gran Sasso.

Per di più, essendo terremoti con ipocentro relativamente superficiale, sono maggiormente devastanti.

L’Italia è un paese ad altissimo rischio sismico e, non potendo evitare tali calamità, l’unico modo per ridurre i danni è la corretta urbanizzazione ed investire nella prevenzione.

 

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