La Rete delle Professioni Tecniche ha inviato a Italia Sicura un documento che contribuisce alla definizione delle “Linee guida per le attività di programmazione e progettazione degli interventi per il contrasto del rischio idrogeologico”.
La Rete delle Professioni Tecniche, nella sua interezza, ha offerto il proprio prezioso contributo alla definizione delle “Linee guida per le attività di programmazione e progettazione degli interventi per il contrasto del rischio idrogeologico”. Ciò è avvenuto attraverso la trasmissione di un importante documento a Italia Sicura, la struttura di missione che il Governo ha istituito per combattere il rischio idrogeologico.
“Il documento con le nostre proposte – ha dichiarato Armando Zambrano, Coordinatore della RPT e Presidente del Consiglio Nazionale degli Ingegneri – è frutto dell’intensa attività svolta dal Gruppo di Lavoro che la Rete ha costituito appositamente per affrontare questo tema e che ha visto il coinvolgimento dei rappresentanti delle professioni dell’area tecnica. Abbiamo voluto dare il nostro contributo perché siamo convinti che l’obiettivo della prevenzione e della riduzione dei rischi idrogeologici si ottengano soltanto attraverso la stretta collaborazione tra tutti i soggetti interessati”.
“Questo contributo – ha precisato Francesco Peduto, Consigliere RPT e Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi – presto sarà aggiornato ed arricchito, in modo da approfondire tutti quei temi che, nell’attuale versione sottoposta alla consultazione da parte di Italia Sicura, sono stati solo accennati e affrontati in maniera non esaustiva. In questo senso, il Gruppo di Lavoro della Rete continuerà ad operare per la stesura di una versione aggiornata del documento, anche alla luce dei risultati della loro attuazione in questi primi mesi”.
“Questo lavoro – ha affermato Andrea Sisti, Segretario Tesoriere della Rete e Presidente del Consiglio dell’Ordine Nazionale dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali
– è un primo approccio alla multidisciplinarietà necessaria per una corretta gestione del territorio e alla prevenzione dei rischi determinati dai fattori di causa dei vari disastri idrogeologici. L’approccio metodologico che la Rete ha avviato nel suo percorso è fondamentale nel rapporto con le amministrazioni che presiedono alla programmazione degli interventi sul territorio, nelle quali le di verse competenze espresse nella Rete devono trovare lo spazio necessario per far sì che gli interventi seguano la corretta definizione progettuale.”
“È infatti – ha aggiunto Nausicaa Orlandi, Consigliere RPT e Presidente del Consiglio Nazionaledei Chimici – solo attraverso un approccio multidisciplinare, che vede coinvolte tutte le professioni tecniche della Rete, che è possibile affrontare in modo efficace le tematiche complesse correlate al rischio idrogeologico, permettendo così di valutare in modo ampio tutti gli aspetti della gestione preventiva dell’emergenza, pensando un percorso completo in ottica di tutelare la salute dei cittadini, l’ambiente, e le realtà produttive”.
“Siamo certi – ha concluso Maurizio Savoncelli, Consigliere RPT e Presidente del Consiglio Nazionale dei Geometri – che il risultato finale di questo impegno garantirà il miglioramento della qualità dei dati, dei progetti e dei successivi interventi di controllo e monitoraggio, da ritenere necessari nell’ambito di una gestione diversa rispetto al passato. Sarà decisivo nell’attività di mitigazione del rischio idrogeologico in Italia”.
Le “Linee guida per le attività di programmazione e progettazione degli interventi per il contrasto del rischio idrogeologico” si articolano in singole sintetiche schede, relative alle tematiche che maggiormente incidono sull’efficacia degli interventi, ovvero: valutazione del rischio e definizione della relativa gestione; valutazione comparata delle diverse opzioni tecniche praticabili; coerenza con la pianificazione e programmazione vigenti; analisi sistemica con particolare riguardo ai fenomeni indotti ed alla verifica dell’intero ciclo di vita dell’opera; specifiche valutazioni di carattere idrologico, idraulico fluviale e geologico; effetti sulla morfodinamica fluviale e costiera, sull’ecosistema, sulla chimica delle acque e sugli aspetti sociali ed economici; considerazioni sulla resilienza dell’intervento, anche in relazione a scenari di cambiamento climatico.
FONTE: COMUNICATO STAMPA DEL CNG del 14.07.2016