Il 30 Aprile si è concluso, in una location d’eccellenza geologica quale la Solfatara di Pozzuoli, il Congresso Nazionale dei Geologi Italiani, che ha coinvolto tutti gli Ordini Regionali ed il Consiglio Nazionale per la prima volta.
La Solfatara, uno dei più temuti vulcani dei Campi Flegrei, ha ospitato un briefing stampa con giornalisti provenienti da ogni dove. Qui, una delegazione di geologi, guidata dal Prof. Vincenzo Morra del Dipartimento di Scienze della Terra, dell’Ambiente e delle risorse dell’ Università degli Studi di Napoli Federico II, ha
illustrato, ai giornalisti ed ai colleghi geologi intervenuti al congresso, l’attività dei Campi Flegrei rispondendo a domande su bradisismo e protezione civile. Il Prof. Morra, come ulteriore dimostrazione dell’attività del vulcano (se le fumarole e i fanghi ribollenti della Fangaia non fossero stati sufficienti), ha misurato con un termometro la temperatura a pochi centimetri di profondità dal suolo, dimostrando come questa si innalzi in pochissimi secondi.
Ospitare i giornalisti in un contesto geologico – urbano come quello della Solfatara non è stato un caso. Infatti, è proprio in questa cornice che si percepisce quanto sia importante il ruolo del geologo nella pianificazione territoriale.
I geologi hanno chiesto, cosi facendo, di dare importanza alla divulgazione della cultura geologica ed alla cultura della prevenzione.
Alla Solfatara è stata inoltre presentata, a livello nazionale, la “Carta per L’Italia”, fulcro dei tre giorni di Congresso.
“La Carta per l’Italia è il documento che consegniamo al Governo – come ha dichiarato Francesco Peduto – con il quale i geologi vogliono dare un contributo concreto alla costruzione dell’Italia del futuro. Abbiamo dato vita a ben 12 tavoli tecnici con un pacchetto ampio di proposte. Semplicemente chiediamo di essere presi in considerazione. Chiediamo un Piano per l’Italia, l’istituzione del Fascicolo del Fabbricato, un Piano per il rischio idrogeologico. Manca ancora una legge organica sulla difesa del suolo. Chiediamo l’istituzione del geologo di zona, il riconoscimento della sicurezza sismica degli abitati come esigenza collettiva di carattere primario. Chiediamo l’istituzione di una Legge NAZIONALE che individui il Patrimonio Geologico italiano e lo protegga alla pari di quello culturale. Chiediamo l’aggiornamento delle norme sulle Attività Estrattive che sono ormai obsolete. Chiediamo una maggiore conoscenza da parte del cittadino dei Piani di Emergenza Comunale”.
Un documento, dunque, per poter costruire insieme un’Italia migliore… ”la geologia che verrà” a sostegno dell’Italia che verrà.