L’eruzione del Cumbre Vieja, sull’Isola di La Palma, ha suscitato l’interesse di tutti, per la spettacolarità del fenomeno e per la sua diretta osservabilità. Per avere chiarimenti su questo spettacolare fenomeno abbiamo intervistato il Dr. Luca D’Auria, Direttore dell’area di vigilanza vulcanica dell’Istituto Vulcanologico delle Canarie.
D’Auria: ‘’L’eruzione di per sé non si discosta di moltissimo dal vulcanismo tipico delle Canarie. Questa di particolare ha la sua intensità…durante l’eruzione abbiamo anche avuto l’opportunità di vedere in funzione un sistema magmatico, non solo nella crosta, ma anche nel mantello superiore’’.
La recentissima ed ancora in corso eruzione del Cumbre Vieja, sull’Isola di La Palma, la più occidentale dell’Arcipelago delle Canarie (Spagna), ha suscitato l’interesse di tutti noi, per la spettacolarità del fenomeno e per la sua diretta osservabilità.
Per questo motivo abbiamo richiesto, ed ottenuto, una intervista al Direttore dell’area di vigilanza vulcanica dell’Istituto Vulcanologico delle Canarie (INVOLCAN) che dirige dal 2017, dr. Luca D’Auria, napoletano, già ricercatore e responsabile del Centro di Monitoraggio INGV di Napoli (Osservatorio Vesuviano).
Ecco di seguito l’intervista rilasciataci:
D. L’arcipelago delle Isole Canarie, ed in particolare La Palma hanno una origine vulcanica, ma si possono considerare un effetto della subduzione, oppure sono esse stesse degli hot spot?
R. ‘’L’arcipelago delle Canarie non ha un origine dovuta alla subduzione; la sua origine esatta – ci spiega il dr. D’Auria – è ancora oggetto di studio, però senza dubbio sono un hot-spot, anche se un hot-spot un po’ differente rispetto ad altri del pianeta Terra’’.
‘’Innanzitutto ha una produttività bassa, nel senso che la quantità di magma che viene prodotta da questo hot-spot è molto inferiore rispetto ad altri come ad esempio le Hawaii o l’Islanda, però senza dubbio è un hot-spot con un movimento del vulcanismo verso Ovest.’’ ‘’Pertanto le isole più orientali, come Fuerteventura, sono praticamente inattive’’.
‘’Muovendosi verso Ovest, – continua il ricercatore italiano – le isole più giovani come La Palma e il El Hierro invece sono ancora in fase di costruzione e sono quelle che hanno l’attività vulcanica maggiore. Anche se sono in un contesto geodinamico intraplacca – spiega il Dr. D’Auria – c’è anche un minimo di attività tettonica che probabilmente si origina nella catena dell’Atlante, in Marocco’’.
‘’Ci sono dei sistemi di faglie trascorrenti che arrivano fino alle Canarie e producono anche un’attività sismica di tipo tettonico, anche se molto moderata. Questa deformazione intraplacca, senza dubbio, ha influenzato e condiziona anche il vulcanismo. Comunque il fenomeno è ancora oggetto di studio’’.
D. L’eruzione del Cumbre Vieja di questi giorni ed il modo in cui si sta sviluppando conferma le ipotesi circa la sua origine e composizione, oppure alla luce dei nuovi dati acquisiti si stanno formulando nuove ipotesi? Cosa si sta scoprendo in particolare?
R. ‘’L’eruzione di per sé non si discosta di moltissimo dal vulcanismo tipico delle Canarie. Questa eruzione di particolare ha la sua intensità.’’
Il ricercatore continua dicendo che
‘’Rispetto alle sei eruzioni storiche conosciute negli ultimi 500 anni, questa attuale, la settima, è la più intensa di tutte le altre. La precedente, quella del 1971, è stata molto moderata ed è avvenuta nella parte meridionale dell’isola poco abitata e ha prodotto pochissimi danni’’.
‘’Le uniche due eruzioni della Canarie studiate da un punto di vista scientifico moderno, sono la presente e quella del 2011 del El Hierro, un’eruzione sottomarina che non ha prodotto nessun danno e che non ha implicato rischi particolari’’.
‘’Quella attuale, dal punto di vista scientifico, già dal principio è interessante perchè è stata la prima dove davvero è stato fatto uno studio multiparametrico completo, di tipo geofisico e geochimico’’.
‘’Già nel 2017, quando ci sono state le prime avvisaglie con i primi terremoti in profondità, il mio Istituto ha iniziato una serie di studi natura geochimica, durante i quali si sono viste chiaramente delle anomalie, come l’emissione di grosse quantità di Elio, un gas che proviene direttamente dal magma.’’
‘’Negli anni successivi ci sono stati altri sciami e anomalie geochimiche come per esempio variazioni nel rapporto Elio3/Elio4 (3He/4He), un indicatore molto chiaro di attività magmatica nel mantello…Questi sciami erano localizzati a 20 chilometri di profondità, fino al Giugno del 2021‘’.
‘’L’11 settembre del 2021 – illustra il Direttore – improvvisamente abbiamo iniziato a registrare terremoti molto più superficiali (a 10 km di profondità) che nel giro di una settimana sono diventati ancora più superficiali e molto intensi, con magnitudo superiori a 3; quindi con molti terremoti percepiti anche dalla popolazione’’.
Il Direttore prosegue dicendo che in seguito… ‘’è iniziata anche una deformazione del suolo molto rapida che ha accumulato in alcuni punti 20 cm, in meno di una settimana i; dopodiché, tra il sabato 18 e la domenica 19, la sismicità superficiale è diventata molto intensa con terremoti di magnitudo superiori a 4, e poche ore dopo è iniziata l’eruzione’’.
‘’Quindi diciamo che i precursori sono stati abbastanza chiari, come pattern, anche se sono stati molto rapidi. Non ci aspettavamo una durata così rapida dei precursori’’.
‘’Nel caso del El Hierro i terremoti iniziarono a Luglio, mentre l’eruzione avvenne il 12 ottobre, quindi ci sono stati due mesi e mezzo dei precursori. Qui invece solo una settimana’’.
‘’Quindi questa eruzione è stata interessante perché abbiamo avuto l’opportunità di misurare direttamente le velocità di risalita del magma nella crosta; durante l’eruzione abbiamo anche avuto l’opportunità di vedere in funzione un sistema magmatico, non solo nella crosta, ma anche nel mantello superiore’’.
‘’Quindi, da come si sono distribuiti i terremoti e da come è variata la sismicità e da altri indizi di natura geochimica e petrologica, è stato possibile ricostruire ancora in forma preliminare questo sistema di alimentazione che ha le sue radici direttamente nel mantello superiore’’.
D. Da notizie di stampa si è letto che non esisterebbe una camera magmatica definita; se ciò è stato confermato dalle Vs. osservazioni e studi sul campo, da dove potrebbe essere originato l’attuale e ingente flusso magmatico? è un fenomeno unico o si è a conoscenza di altri vulcani, attivi e non, similari?
R. ‘’Non è presente una camera magmatica persistente, come per esempio al Kilauea”, afferma il Direttore D’Auria. ”Già da prima dell’eruzione, da noti studi petrologici sulle eruzioni storiche di La Palma, si è visto che il magma ha stazionato a differenti profondità, in camere magmatiche effimere che si formano per accumulazione di magma negli anni precedenti all’eruzione e che poi spariscono, si svuotano quasi completamente durante l’eruzione. Non sono delle camere che rimangono attive per periodi più lunghi’’.
‘’Questo si vede chiaramente dai magmi che vengono eruttati nella fase finale dell’eruzione come sta accadendo proprio adesso a La Palma’’.
‘’Sono magmi molto primitivi – illustra il Dr. D’Auria – che provengono direttamente dal mantello e che sicuramente non hanno avuto dei tempi di residenza nel mantello e nella crosta molto lunghi. Quindi il sistema di alimentazione che si è formato è qualcosa di effimero che scomparirà una volta che l’eruzione sarà finita’’.
D. Quale potrebbe essere l’evoluzione nel prossimo futuro dell’eruzione del Cumbre Vieja?
R. ‘‘In questo momento l’eruzione è in una fase diciamo abbastanza stazionaria; la quantità di gas emessi è abbastanza costante ma è ancora alta…quindi il termine di questa eruzione ancora non si può stabilire, anche se sembra abbastanza lontano’’.
‘’Però rispetto alla prima fase, in cui l’eruzione era molto variabile e ci sono state fasi anche abbastanza esplosive perché le bocche ancora si stavano formando, nelle ultime tre settimane, più o meno, l’eruzione ha assunto un carattere prevalentemente effusivo, con un tasso di effusione purtroppo molto alto che ha provocato molti danni nelle zone circostanti e lo sta continuando a fare proprio in questo momento’’.
D. C’è rischio anche per le nazioni africane, magari per la nube di gas che viene emessa a seguito dell’eruzione?
R. ‘’Sicuramente no, non rappresenta un pericolo. Può rappresentare più un pericolo o attenzione nelle vicinanze del centro eruttivo perché lì sono presenti livelli alti di diossido di zolfo e di particolato pm10 e pm5 che sono dannosi per la salute, se persistono per tempi lunghi’’.
‘’Diciamo che questa è una nube che poi si dissolve rapidamente; una volta è capitato che ha causato la chiusura dell’Aeroporto di Tenerife, posto a 100 km di distanza, ma al di fuori dell’isola non costituisce un vero pericolo. Può causare piccoli disagi dovuti alla presenza di ceneri più legati a problemi di aviazione che di salute pubblica.’’
‘’Nei pressi del centro eruttivo, invece, ci sono state diverse allerte di superamento delle soglie di contaminazione per effetto dei gas vulcanici e alcune volte è stato diramato un ordine di confinamento’’.
D. Secondo Lei questa eruzione pensa che possa dare maggiore consapevolezza alla popolazione che vive alle falde di un vulcano attivo? I napoletani hanno consapevolezza del rischio Vulcanico legato al Vesuvio come gli abitanti delle Canarie?
R. ‘’Diciamo che c’è una differenza fondamentale, nel senso che i napoletani vedono il vulcano e quindi sono coscienti di dove vivono. Qui alle Canarie non è che non fossero coscienti, però a La Palma manca un edificio centrale, non c’è un cono vulcanico chiaro, quindi la gente non si aspettava di trovarsi il vulcano dietro casa’’.
‘’Per i ricercatori ovviamente, sicuramente questa non è stata una sorpresa. Tutte le eruzioni delle Canarie hanno avuto questo carattere, però chiaramente, mettendosi nei panni delle persone che improvvisamente hanno visto un vulcano nascere vicino casa è stato di grosso impatto’’.
‘’La mia preoccupazione – sostiene il Dr. D’Auria – è che c’era stato un effetto di sensibilizzazione ma purtroppo io temo che questo sarà poco duraturo, nel senso che nel giro di pochi anni gli abitanti delle Canarie avranno già messo nel cassetto questa sensibilità. Già adesso le persone che hanno visto l’ultima eruzione nel 1971 in vita non sono tantissime. Questa è per molti la prima eruzione che vedono’’.
‘’Le eruzioni alle Canarie non sono così frequenti come quelle dell’Etna dove costantemente si vede lo stato di attività. Qui le eruzioni avvengono dopo diversi decenni, quindi quando ci sarà la prossima eruzione quella attuale sarà già stata dimenticata’’.
‘’Noi come ricercatori facciamo un grosso sforzo per cercare di mantenere viva l’attenzione, però è difficile’’.
‘’I vesuviani sono più coscienti e sensibili su questo tema; quando lavoravo all’Osservatorio Vesuviano, a ogni percezione di un terremoto ci chiamava gente molto spaventata per la paura di una imminente eruzione del Vesuvio…ma anche questo è un problema, nel senso che c’è una percezione falsata del fenomeno, diciamo che entrambe le cose sono dannose’’.
‘’Come detto, alle Canarie le forme dei vulcani visivamente non richiamano alla memoria il fatto di vivere su un vulcano attivo…però alla fine, per fortuna, c’è stato il tempo perlomeno di informare le persone di quello che stava accadendo e di quello che poteva accadere’’.
‘’L’Eruzione del Cumbre Vieja, anche se con tempi rapidissimi, non ha preso completamente in contropiede né la popolazione, nè la Protezione Civile, né noi ricercatori. Dal punto di vista scientifico siamo stati in grado di seguire perfettamente quello che stava accadendo, quindi anche se non è mai possibile dire l’ora esatta, già avevamo individuato la zona di probabile apertura delle bocche e già la domenica mattina, quando è iniziata la forte sismicità, è iniziata un’evacuazione perlomeno delle persone a mobilità ridotta’’.
‘’Quindi l’eruzione è iniziata in maniera abbastanza tranquilla; all’improvviso sono stati emessi fumi e c’è stato tempo di evacuare le persone da una zona più a rischio, senza danni. Molti hanno anche avuto il tempo di recuperare beni dalle loro case e gli animali domestici’’.
Ringraziando il dr. Luca D’Auria per la sua disponibilità e per le preziose informazioni che ci ha fornito sull’eruzione del Cumbre Vieja e sul vulcanismo in generale, ci auguriamo che in un prossimo futuro possa indicarci i progressi delle Scienze della Terra, in particolare per la previsione temporale delle eruzioni vulcaniche, suo specifico campi di studi e di ricerca.