Eruzione dello Stromboli, intervista al vulcanologo Marco Viccaro

Al Prof. Marco Viccaro dell’Università di Catania abbiamo chiesto informazioni in merito alle due forti eruzioni di ieri pomeriggio dello Stromboli.

Viccaro: ”Stromboli ha almeno altre due tipologie principali di attività eruttiva che possono avere un impatto più severo sulla popolazione e il territorio”…”Nel record storico recente dell’attività eruttiva di Stromboli  si registrano però molteplici episodi del tutto equiparabili”.

 

All’indomani delle due forti eruzioni che hanno interessato il Vulcano Stromboli, che purtroppo hanno causato la morte di una persona, abbiamo intervistato il prof. Marco Viccaro, docente di geochimica e vulcanologia presso l’Università di Catania.

Il prof. Marco Viccaro.

Questa la nostra intervista:

 

Siamo abituati ad eruzioni di tipo stromboliano molto tranquille. Come mai l’eruzione di ieri pomeriggio, è stata così violenta e diversa dalle altre? l’INGV ha chiamato questa eruzione di tipo ”parossistico”, cosa vuol dire?

”La consueta attività di Stromboli è relativamente tranquilla in quanto caratterizzata da modeste esplosioni che avvengono ad intervalli di 5-20 minuti e che producono ricaduta del materiale piroclastico quasi esclusivamente sulla terrazza craterica. La frequenza di queste esplosioni deboli dipende principalmente dalle modalità con le quali il gas si riesce ad accumulare o meno nelle porzioni più superficiali dei condotti. Con cadenze decennali, la regolare attività Stromboliana può essere accompagnata anche da effusione di flussi lavici, che si riversano nella Sciara del Fuoco e raggiungo il mare. Questa attività è molto scenografica e alla portata di (quasi) tutti.”

”Lo Stromboli continua il Prof. Viccaro – ha però almeno altre due tipologie principali di attività eruttiva che possono avere un impatto più severo sulla popolazione e il territorio. Mi riferisco alle cosiddette “esplosioni maggiori“ e alle “esplosioni parossistiche”. Le “eruzioni maggiori” sono simili, in quanto a stile eruttivo, alle prime descritte, ma sono in grado di produrre colonne eruttive anche di qualche centinaio di metri con ricaduta del materiale piroclastico nelle zone sommitali del vulcano (ad esempio nell’area di Pizzo Sopra la Fossa). Le “eruzioni parossistiche” sono le manifestazioni più violente che si attestano nel record dell’attività eruttiva recente. Il termine “parossistico” indica proprio la gravità dei fenomeni eruttivi, i quali assumono in questa fase la pericolosità maggiore. Queste eruzioni hanno una taglia superiore rispetto alle eruzioni maggiori e sono in grado di originare colonne eruttive anche di 2-3 km con ricaduta cospicua di materiale piroclastico sull’intera isola e produzione eventuale di piccole correnti piroclastiche.”

 

Erano decine di anni che non si verificava una eruzione del genere. Esiste il pericolo imminente di nuove eruzioni di questo tipo?

”La frequenza di eventi come quello avvenuto ieri – 3 Luglio 2019 – è piuttosto bassa, fortunatamente. Le ultime eruzioni parossistiche di Stromboli, comparabili con quella di ieri, sono avvenute il 5 Aprile 2003 e 27 Febbraio 2007. In quelle occasioni non ci furono vittime e, seppur costituiscano un punto di riferimento per i vulcanologi, sono presto cadute nel dimenticatoio per il resto della società.”

”Nel record storico recente dell’attività eruttiva di Stromboli – spiega il vulcanologo – si registrano però molteplici episodi del tutto equiparabili come, ad esempio, quelli del 11 Settembre 1930, 22 Agosto 1941, 3 Dicembre 1943, 20 Agosto 1944 e 20 ottobre 1950.”

 

Se in passato questo tipo di eruzioni si sono già verificate, è il caso di aggiornare o rivedere il piano di emergenza comunale, anche alla luce del fatto che decine di persone salgono sulla terrazza del cratere al tramonto, soprattutto in questo periodo, da molti anni?

”La questione è molto delicata. Parlando da appassionato di vulcani e montagna devo dire che sono sempre stato promotore del fatto che le bellezze naturali non debbano essere soggette a particolari vincoli per la loro fruizione. Da vulcanologo confesso, tuttavia, che di fronte all’imprevedibilità di episodi come quello di ieri c’è ben poco da fare. Ad oggi infatti – chiarisce Viccaro – non siamo in grado di decifrare eventuali segnali precursori di certe fenomenologie con sufficiente preavviso e che potrebbero comportare la messa in sicurezza delle persone quando stazionano sulla terrazza craterica. In ogni caso, ciò che è parecchio carente in Italia, come al solito, è l’informazione preventiva sui possibili rischi associati ad alcune fenomenologie naturali, anche quelle derivanti da attività vulcanica. Le persone dovrebbero esser infatti molto più consapevoli dei rischi potenziali.”

 

IMMAGINE IN EVIDENZA: eruzione stromboliana del 2018, di Guglielmo Manitta (soggetta a Copyright ©)

 

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