Chi era Giuseppe Damiani, l’attività etnea del 1964 e le rare foto che costituiscono una delle poche testimonianze di quell’evento eruttivo.
Giuseppe Damiani fu Direttore dell’Osservatorio Meteorico-Sismico del “Collegio Agostino Pennisi” di Acireale dal 1958 fino alla sua morte, avvenuta nel 1978.
Palermitano di nascita, nel 1940, all’età di 15 anni, entrò nella Compagnia di Gesù e nel 1963 fu ordinato Sacerdote. Ad Acireale era molto noto, oltre che nel mondo dei radioamatori (fu IT9DAM nella frequenza dei 144 MHz), anche per la sua passione per tutto il mondo delle scienze, dall’astronomia alla tecnica, dalla sismologia alla chimica.
Per Giuseppe Damiani non esistevano ostacoli derivanti dalla carenza di strumentazione: realizzava qualunque apparato riutilizzando gli oggetti più impensabili; costruiva trasmittenti, telescopi, teleobiettivi, magneti , molle e quant’altro.
Da lui ho appreso i rudimenti della fotografia, della meteorologia e della sismologia. Ho coltivato la mia passione per l’astronomia leggendo tutti i volumi sull’argomento presenti nella biblioteca dell’Istituto. Ho ancora vivo il ricordo e l’emozione della mia prima osservazione degli anelli di Saturno utilizzando i suoi telescopi.
Con la sua morte si chiuse anche il prestigioso Osservatorio, vanto della città stessa. La strumentazione e la documentazione furono prima affidate ad un Istituto (che nulla aveva a che spartire con la meteorologia) e poi miseramente dispersa.
Nel corso del 1964 il Cratere Centrale dell’Etna fu particolarmente attivo: già nella notte tra il 7 e l’8 aprile una colonna eruttiva e dell’incandescenza furono osservate alla sommità del vulcano; qualche giorno dopo, il 13, intorno alle ore 17, una intensa attività esplosiva si manifestò al cratere sommitale seguita da una colata di lava; queste manifestazioni continuarono per tutto il mese di maggio e qualche sporadica esplosione si verificò anche in giugno.
La sera del 4 luglio iniziò una intensa, quanto breve, attività esplosiva ed effusiva: nell’arco di circa 4 ore si susseguirono fontane di lava (alte anche ~1500 m.) e quattro principali colate di lava si riversarono lungo i fianchi del cono sommitale mentre vigorose esplosioni si verificano da quello che poi fu denominato il “Cratere 1964” (già formatosi a partire dall’attività del 7 aprile).
A quest’ultimo episodio sono riferite le immagini che seguono.
Nell’apparente ‘caos’ del sottoscala dell’Osservatorio di Giuseppe Damiani ho rinvenuto, un giorno del 1970, i negativi su lastre in vetro da lui realizzati nella notte tra 4 ed il 5 di luglio del 1964; li ho stampati su carta fotografica, per esercizio e per mettere a frutto gli insegnamenti di Giuseppe, e oggi costituiscono una delle poche testimonianze di quell’evento eruttivo.
La qualità lascia un poco a desiderare ma la sequenza dell’emissione lavica è spettacolare. Per anni, dopo il 1964, il Cono centrale dell’Etna è stato segnato da queste colate.
di Santo Scalia
Riferimenti bibliografici:
– Scalia S. – “Images Retruvees du paroxysme de l’Etna le 4-5 Juliet 1964” in “Revue de l’Association Volcanologique Européenne” 88 (Paris 2001) 21-22
– Behncke B., Neri M., Sturiale G. – “Rapid morphological changes at the summit of an active volcano: reappraisal of the poorly documented 1964 eruption of Mount Etna (Italy)” in Geomorphology 63 (2004) 203–218
– Pagano A., Ruggieri A. – “Giuseppe Damiani, il Gesuita che scrutava la terra e amava guardare il cielo e le stelle” in “Memorie e Rendiconti” Serie V – Vol II (Acireale 2003) 453-457