Modalità e criteri utilizzati dal Comune di Napoli per la redazione della pianificazione di esodo per il rischio Vesuvio e Campi Flegrei.
La pianificazione del rischio vulcanico connesso al Vesuvio e ai Campi Flegrei, nonostante la localizzazione geografica di questi sistemi vulcanici sia la Campania, risulta un’attività di rilevanza nazionale e di competenza di diversi livelli locali.
Questa tipologia di eventi è codificata come tipo c: “calamità naturali o connesse con l’attività dell’uomo che in ragione della loro intensità ed estensione debbono, con immediatezza d’intervento, essere fronteggiate con mezzi e poteri straordinari da impiegare durante limitati e predefiniti periodi di tempo”, (art. 2 della L. 225/92)
Per calamità naturali di tipo vulcanico lo stato di emergenza può essere dichiarato anche “nell’imminenza” e non solo “al verificarsi” dell’evento.
Pertanto la gestione dell’emergenza vulcanica si esplica con tempistiche che permettono l’attivazione della macchina dei soccorsi in condizioni di sicurezza per la cittadinanza coinvolta.
Il livelli di pianificazione sono nazionali, regionali e locali.
- Il Dipartimento di Protezione Civile, sentita la Regione, indica gli indirizzi, la strategia e le azioni di livello nazionale.
- A livello locale, le Prefetture, la Regione, le Province e i Comuni assumono l’onere di rendere il Piano Nazionale operativo attraverso tutte le attività da porre in essere localmente inclusi i piani di settore (sanità, volontariato, trasporti, telecomunicazioni, salvaguardia beni culturali, etc).
Le pianificazioni principali che ne discendono sono complementari e sono relative al:
- Piano di evacuazione preventiva della popolazione: referenti della pianificazione sono i Comuni facenti parte della zona rossa.
- Piano di allontanamento della popolazione: referente della pianificazione è la Regione Campania.
- Piani di trasferimento ed accoglienza: referenti sono le Regioni e Province autonome gemellate.
Il Piano Comunale, pertanto, viene a valle degli indirizzi nazionali, recepiti dalla Regione e trasferiti, di concerto con le province e le prefetture, ai comuni affinché questi possano rendere coerenti le pianificazioni territoriali con la pianificazione di emergenza dell’area colpita dagli effetti di una potenziale eruzione.
Il Piano Comunale di Evacuazione deve garantire che in fase di allarme (dichiarazione dello stato di emergenza) il territorio, perimetrato come “Zona Rossa” per la probabile invasione di flussi piroclastici, sia preventivamente e cautelativamente sgomberato con la tempistica dettata dagli organi nazionali di previsione e prevenzione.
Le modalità ed i criteri utilizzati dal Comune di Napoli per la redazione della pianificazione di esodo per il rischio Vesuvio (porzioni di 3 quartieri nell’area Est) e Campi Flegrei (6 interi quartieri e porzioni di 5 nell’area Ovest) , sono i seguenti:
- Individuazione della porzione di territorio o dei quartieri ricadenti in zona rossa e relative Regioni gemellate;
- Totale delle persone residenti da evacuare con modalità di mobilità assistita pari al 50% di quelle totali residenti rilevate dal censimento ISTAT 2011 (“Disposizioni per l’aggiornamento della pianificazione di emergenza per il rischio vulcanico del Vesuvio”, direttiva della Presidenza del Consiglio dei Ministri del 14/02/2014);
- Individuazione di aree di attesa di interscambio per la mobilità assistita regionale;
- Individuazione della viabilità principale di esodo e dei cancelli di “uscita” dalla zona rossa
- Suddivisione del territorio da evacuare sulla base della densità abitativa;
- Scaglionamento orario delle partenze assistite, effettuato in 48 ore, nell’ambito delle stimate 72 ore precedenti il probabile evento e a decorrere dalle quali viene dichiarato lo “stato di emergenza”;
- Stima dell’affluenza media oraria per ciascuna area (circa 400 persone);
- Specifica dell’allontanamento per zone, con l’indicazione delle strade, dei civici, della fascia oraria di partenza, della linea di trasporto pubblico di riferimento e dell’area di recapito;
- Allestimento delle aree di attesa con postazioni anagrafiche volanti, postazioni sanitarie e presidi radio.
Una volta elaborata la pianificazione locale questa va, oltre che aggiornata e verificata con esercitazioni, anche confrontata con quella dei Comuni limitrofi ed implementata con gli elementi del piano regionale.
Il coordinamento delle diverse attività è fondamentale perchè un piano sia credibile e di conseguenza, malauguratamente, attuabile.
Geol. Monica Adamo
Fonte: estratto dell’intervento presentato al convegno Piani di Emergenza Comunali – PEC Aspetti teorici e problematiche applicative tenutosi a Napoli il 24 febbraio 2017 presso l’Università Parthenope
IMMAGINE IN EVIDENZA: perimetrazione della zona rossa soggetta a invasione di flussi piroiclastici Campi Flegrei e Vesuvio (servizio P.C. comune di Napoli)