Beni monumentali, novità degli studi multidisciplinari nel campo della conservazione

Paestum, convegno “Strategie e procedure innovative per la conservazione e la valorizzazione dei templi greci” , una significativa novità degli studi multidisciplinari nel campo della conservazione dei beni monumentali.

Il 23 settembre si è tenuto il convegno dal titolo le “Strategie e procedure innovative per la conservazione e la valorizzazione dei templi greci” presso la sala convegni del Parco Archeologico di Paestum, in provincia di Salerno. L’evento, organizzato dal Prof. Ing. Luigi Petti, ha mirato a divulgare le varie attività multidisciplinari svolte nelle varie fasi di attività del progetto TESSPACS (TendonSystems forSeimicProtection ofAntiqueColumnStructures), un’attività di ricerca finalizzata ad indagare possibili strategie innovative di protezione sismica dei templi di Paestum.

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La ricerca è condotta, sotto la coordinazione della Soprintendenza per i Beni Archeologici di Salerno, Avellino, Benevento e Caserta, dalle Università di Salerno e di Kassel (Germania).

L’intervento principale, a cura del professore Luigi Petti, ha ripercorso la storia del progetto, il cui obiettivo principale è lo studio di una strategia innovativa di protezione sismica e sismica in grado di incrementare le deboli prestazioni sismiche di edifici in muratura e strutture realizzate con blocchi lapidei.

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L’attività di studio, che riguarda unicamente il tempio di Nettuno, ha previsto una prima fase di analisi approfondita della struttura anche con rilievi di dettaglio utilizzando tecniche fotogrammetriche moderne.

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La seconda fase ha previsto la modellazione numerica della struttura per una verifica della resistenza della stessa a sollecitazioni esterne. I modelli numerici al computer sono stati successivamente corroborati da simulazioni “reali”.

Il Prof. Ing. UweDorka (dell’Università di Kassel – Germania) con il suo intervento, invece, ha illustrato come in Germania si siano ricostruite due colonne del tempio di Nettuno con lo stesso materiale (travertino) in scala 1:3 e con le stesse tecniche utilizzate nel passato. Il prof. Dorka ha posto in evidenza che nel costruire l’edificio, sono stati utilizzati due tipi leggermente diversi di travertino: quello usato per le colonne è più morbido, il meno duro, mentre per le decorazioni e le cornici si è utilizzata un’altra varietà. L’impiego di tipi diversi di travertino in ragione della funzione statica del manufatto ha permesso di donare elasticità alla struttura, che presenta così una buona risposta alle sollecitazioni sismiche.

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Riprendendo la parola il prof. Petti ha illustrato la successiva fase di analisi che ha portato ad effettuare indagini sperimentali in sito al fine di validare i modelli numerici realizzati ed indagare il comportamento dinamico reale del Tempio di Nettuno. In particolare sono state eseguite misure accelerometriche.

Infine le attività più recenti (luglio 2016) hanno previsto lo studio dei terreni di sedime della struttura e la tipologia fondale della stessa con l’esecuzione di prospezioni geoelettriche 2D e 3D, rilievi georadar ed esecuzione di sondaggi meccanici a carotaggio continuo ed i cui risultati sono ancora in fase di interpretazione.

Il convegno si è concluso con i saluti dell’Arch. Rosalba De Feo della Soprintendenza Archeologica, che ha evidenziato la significativa novità degli studi multidisciplinari effettuati nel campo della conservazione dei beni monumentali e gli importanti risultati raggiunti.

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