Concluso da pochi giorni a Huelva, l’XI Congresso Geologico di Spagna. Il congresso è servito alla comunità geologica per ricordare alla cittadinanza ed alle amministrazioni l’elevata pericolosità sismica presente in alcune aree della Spagna.
Si è concluso da pochi giorni a Huelva, in Andalusia, l’XI Congresso Geologico di Spagna. Organizzato dalla SGE, Società Geologica di Spagna, ha visto riunirsi per tre giorni circa cinquecento professionisti del settore. Secondo il presidente del comitato organizzatore, Juan Antonio Morales, cattedratico dell’Università di Huelva, l’evento ha avuto un grande successo.
Proprio quest’anno ricorrono i novant’anni dal primo congresso geologico celebrato in Spagna, il XIV congresso geologico internazionale. I congressi geologici in Spagna hanno una storia piuttosto recente. Il primo venne celebrato infatti a Segovia nel 1984, organizzato dall’ICOG, Ilustre Colegio Oficial de Geólogos de España, un omologo del nostro Consiglio Nazionale dei Geologi. A partire dal 1988 è la Società Geologica spagnola ad organizzare questi eventi, di grande importanza per la comunità geologica del paese.
Il congresso, che si è tenuto a soltanto tre settimane dal terremoto del 24 agosto nel Centro Italia, è servito alla comunità geologica per ricordare alla cittadinanza ed alle amministrazioni l’elevata pericolosità sismica presente in alcune aree della Penisola iberica. In particolare l’Andalusia, regione della Spagna dove nei secoli passati si sono verificati terremoti con migliaia di vittime.
Proprio il tema della pericolosità sismica in Spagna desta preoccupazione fra i geologi. Sebbene nel paese non vi siano terremoti così frequenti come in Italia, Grecia o Turchia (per restare in Europa), è anche vero che sismi potenzialmente distruttivi avvengono ogni secolo. Nel ‘900 in Spagna non ci sono stati eventi particolarmente catastrofici, ed il numero di vittime in seguito a terremoti è di poche decine di persone. Durante l’Ottocento però vi furono importanti terremoti, come quello di Granada e di Arenas del Rey. Proprio la scarsa frequenza dei terremoti fa sì che il tema del rischio sismico venga sottovalutato dalla popolazione e dalle amministrazioni. Il terremoto che colpì Lorca l’11 maggio del 2011, con 9 vittime, è stato un campanello d’allarme, anche per via della magnitudo piuttosto ridotto (5.0) in confronto ai sismi che potenzialmente possono avvenire in territorio spagnolo.
Le aree più sismicamente attive della Spagna sono ubicate nel Sud. L’Andalusia e Murcia sono le regioni più sismiche, seguite subito dopo dalla Comunità Valenciana (sud-est). Anche i Pirenei, nel nord della penisola, hanno una discreta attività sismica. Proprio sui Pirenei catalani nel ‘500 si verificò un sisma distruttivo che fece qualche danno anche a Barcellona. Infine si verificano terremoti anche in Galizia, sebbene assai difficilmente superiori a magnitudo 5.0.
FONTE IMMAGINE IN EVIDENZA: da IGN – ISTITUTO GEOGRAFICO NACIONAL