Ieri mattina c’è stata la diretta SOCIAL E WEB LIVE di RAI RADIO1, dal sito archeologico di Pompei, per parlare e diffondere la cultura del rischio vulcanico
Nella mattinata di ieri 23 giugno, Radio1Rai è stata ai piedi del Vesuvio, tra gli scavi di Pompei. Dal sito archeologico più grande al mondo la radio pubblica ha svolto una trasmissione in diretta con una formula narrativa nuova e moderna, “on air” e via web, che ha avuto lo scopo di indagare i rischi di un’eventuale eruzione. Nel corso della trasmissione, in cui sono intervenuti diversi geologi sia dagli studi di Roma che direttamente dal sito archeologico più importante del mondo, si è parlato quindi del Vesuvio, della sua storia eruttiva e di rischio vulcanico.
Tra gli ospiti intervenuti da Pompei, il geologo vulcanologo Prof. Claudio Scarpati dell’Università Federico II di Napoli. Scarpati, camminando tra le strade dell’antica Pompei, con estrema chiarezza espressiva e soprattutto con un grandi capacità comunicative, ha risposto alle numerose domande poste delle giornaliste RAI.
Parlando dello stato di attività attuale del Vesuvio, Scarpati ha spiegato che ‘’Il Vesuvio è un vulcano attivo che può eruttare da un momento all’altro, anche se molto sorvegliato, di cui conosciamo tantissimo direttamente, perchè osserviamo tutte le ’’ vibrazioni’’, e perchè, da vulcanologi, studiamo la storia del passato attraverso lo studio dei prodotti delle eruzioni storiche e preistoriche e questo ci permette di costruire con grande dettaglio il comportamento del vulcano.’’
Scarpati ha quindi continuato, ‘’e questo è il messaggio che va dato a tutti, soprattutto ai residenti’’…‘’ il Vesuvio è un vulcano che prima o poi erutterà. Quello che possiamo sapere è quello che avviene prima dell’eruzione perche tanti vulcani hanno una tempistica di risveglio ricorrente. Quindi è importante, con le strumentazione dell’INGV, monitorare se i parametri usuali vanno ‘’fuori scala’’… segnali come incrementi dell’attività sismica, fumarole, cambiamenti di gas, temperatur e del livello del suolo.’’
Il Prof. Scarpati ha più volte e giustamente detto che il Vesuvio è un vulcano attivo ma soprattutto ha specificato che è ‘’uno dei vulcani più attivi al mondo da tempi storici e preistorici, … Pompei è tristemente famosa per le manifestazioni passate del vulcano, la città fu completamente distrutta e siamo qui per capire cosa può avvenire nel prossimo futuro a Napoli e nei dintorni.’’
Parlando e camminando sulle strade dell’antica Pompei, Scarpati ha poi ricordato che durante la famosa eruzione del ’79 ”i lapilli del Vesuvio coprirono le strade arrivando anche a tre metri di altezza con una velocità di 15 cm a ora. Gli abitanti dell’antica Pompei affondavano nel lapillo che non era caldo, ma soffice, quindi dopo diverse ore dall’inizio dell’eruzione era già difficile muoversi e camminare.”
Tornando a tempi più recenti e parlando dell’ultima eruzione del Vesuvio, quella del 1944 (appena 72 anni fa), Scarpati ha spiegato che ‘’emissioni di lapilli, attraverso eruzioni anche di bassa entità rispetto a quella del ’79, dette stromboliane e subpliniane, con dispersione anche meno vaste rispetto al ‘79, a sudest del Vesuvio hanno provocato la morte di circa 20 persone.’’ . Quindi, giustamente il vulcanologo ha ribadito che, purtroppo… ‘’gli effetti che si ripetono nel tempo, anche con vittime, insegnano molto…e questo ci fa capire cosa occorre fare per prevenire questo tipo di azione.’’
Ma come il Vesuvio potrebbe risvegliasi? Scarpati dice: ‘’in diversi modi, con piccole eruzioni stromboliane o grandi come le pliniane, non si può sapere prima il carattere dell’eruzione e questo fa si che i piani di evacuazione prevedono degli scenari intermedi.’’
Senza dubbio Scarpati, ai microfoni della RAI, è stato chiaro. Le sue spiegazioni hanno sicuramente illustrato la situazione attuale che si legge dal passato. Un passato che è sotto la vista di tutti noi guardando il sito archeologico più visitato al mondo proprio grazie alla perfetta conservazione che i prodotti vulcanici, nei secoli, hanno consentito.
Queste iniziative divulgative sono importanti e la televisione pubblica e i geologi devono continuare a svolgere, perche è questo sicuramente il loro ruolo…sperando che l’opinione pubblica, col tempo, possa iniziare ad acquisire quello che purtroppo non ha: la cultura del rischio.
GUARDA LA FOTOGALLERY: