L’Assessore Dario Rotondi: “Traguardo importante, l’innovazione è fondamentale anche nell’ambito delle emergenze”
Il Comune di Vicenza, il primo in Italia, ha ottenuto nei giorni scorsi dall’Enac, l’Ente nazionale per l’aviazione civile, il riconoscimento di operatore Sapr (Sistema aeromobile a pilotaggio remoto) per finalità di protezione civile. Il personale in possesso dell’abilitazione al pilotaggio può dunque utilizzare il drone in dotazione alla Protezione civile di Vicenza. E ad oggi, sono due i dipendenti del Comune di Vicenza che hanno ottenuto l’attestato di pilota Apr (Aeromobile a pilotaggio remoto), in seguito al corso frequentato alla scuola di volo dell’aeroporto di Thiene.
“Solo altri due Comuni in Italia hanno ottenuto questo riconoscimento dall’Enac, ma per attività di polizia locale e non in ambito di protezione civile – precisa l’assessore alla sicurezza Dario Rotondi -. È dunque un traguardo molto importante per noi, sempre in prima linea sul fronte della prevenzione e della preparazione in caso di emergenza. La normativa, al momento, pone stringenti limiti riguardo le modalità di utilizzo dei droni, e Vicenza potrà rappresentare un punto di riferimento per le innovative applicazioni di tali strumenti nell’ambito delle emergenze e per ricognizioni del territorio con finalità di prevenzione”.
Costruito nell’ambito del progetto europeo Achelous – grazie alla collaborazione tra il dipartimento di Tecnica e gestione dei sistemi industriali dell’Università di Padova e il costruttore milanese ProjectEMS, con Alpha Lima Aviation, che ha curato la documentazione finalizzata al riconoscimento -, con il riconoscimento dell’Enac il drone della Protezione civile di Vicenza potrà essere utilizzato in “operazioni specializzate non critiche”, disciplinate dal Regolamento mezzi aerei a pilotaggio remoto, vale a dire operazioni condotte con volo a vista, ossia con controllo visuale costante del drone da parte del pilota, e che non prevedano il sorvolo, anche in caso di avarie e malfunzionamenti, di aree congestionate, assembramenti di persone, agglomerati urbani e infrastrutture sensibili.
Il drone, denominato “Achelous”, ha quattro bracci nei quali sono montati rispettivamente due motori contrapposti, uno sopra e uno sotto. È alimentato da due batterie ai polimeri di litio ognuna in grado di sopperire al malfunzionamento dell’altra, per un’autonomia di volo di circa 15 minuti. È inoltre dotato di una telecamera GoPro in grado di trasmettere a terra, in diretta, le immagini riprese durante il volo.
Per poter essere riconosciuto dall’Enac, il drone è stato infine dotato di un sistema di terminazione del volo che lavora su una frequenza diversa dal radiocomando: in caso di anomalia grave dell’aeromobile, il pilota può azionare questo dispositivo che toglie l’alimentazione ai motori facendolo precipitare, al fine di evitare che, volando fuori controllo, cada in un centro abitato o comunque dove ci sono persone. Il drone comunque ha una serie di misure di sicurezza automatiche e ridondanti per evitare incidenti. Ad esempio, in caso di batterie quasi scariche, torna autonomamente al punto di atterraggio, anche in caso di perdita del collegamento radio con il pilota.
Le operazioni consentite, di giorno, vanno fino ad un’altezza massima di 150 metri e fino ad una distanza massima sul piano orizzontale di 500 metri dal pilota. Devono essere condotte ad una distanza orizzontale di sicurezza di almeno 150 metri dalle aree congestionate e ad almeno 50 metri dalle persone che non siano sotto il diretto controllo dell’operatore.
FONTE: comunicato stampa comune di Vicenza del 29.04.2016