Rischio vulcanico, l’Osservatorio Vesuviano lancia l’iniziativa A Scuola di Vulcani – INTERVISTA esclusiva al Direttore De Natale

Da oggi 13 aprile l’Osservatorio Vesuviano, permetterà di visitare la Sala Monitoraggio dei Vulcani Napoletani.

Il Direttore dell’Osservatorio napoletano dell’INVG, Dr. De Natale, intervistato in escusiva da Conosceregeologia.

Da oggi 13 aprile e per tutti i Mercoledì fino alla fine dell’anno scolastico, l’Osservatorio Vesuviano aprirà le sue porte a tutte le scuole, dalle elementari alle superiori, e permetterà di visitare la Sala Monitoraggio dei Vulcani Napoletani che si trova in Via Diocleziano a Napoli.

 

osservatorio vesuviano: sala monitoraggio

osservatorio vesuviano: sala monitoraggio

 

In un’ora e mezza, dalle ore 11:00 alle 12:30 agli alunni e i docenti potranno conoscere di persona i Ricercatori dell’Istituto e vedere da vicino le attività di monitoraggio e sorveglianza dei vulcani napoletani, il tutto allo scopo di diffondere una maggiore e più corretta consapevolezza del rischio vulcanico nell’area Napoletana.

a scuola di vulcani, studenti all'INVG

a scuola di vulcani, studenti all’INVG

Il Direttore dell’Osservatorio Vesuviano, il Dr. Giuseppe De Natale, ha concesso la seguente e interessante intervista, in esclusiva a Conosceregeologia.it:

direttore osservatorio vesuviano: Dr. Giuseppe De Natale

Il Direttore dell’Osservatorio Vesuviano: Dr. Giuseppe De Natale

Egr. Direttore De Natale, come è nata questa bellissima iniziativa ‘A Scuola di Vulcani’?

 ‘’E’ nata perché talvolta qualche scuola ce lo ha chiesto, e noi li abbiamo accontentati, notando un enorme interesse da parte degli studenti, in qualche caso anche delle elementari.‘’

Perchè è importante, secondo Lei, diffondere la cultura del rischio vulcanico?

 ‘’Per chi vive nelle aree a rischio vulcanico è molto importante avere una percezione realistica del rischio, perché qualunque piano di emergenza è inutile se non è realmente conosciuto e condiviso appieno dalla popolazione.‘’

Al congresso “Il Vesuvio ed il rischio vulcanico”, tenutosi a Napoli nel 2014, lei disse che l”l’educazione al rischio è la vera emergenza’’, potrebbe spiegare ai nostri lettori il significato di queste parole?

 ‘’La mia frase voleva chiarire che, benché i vulcani dell’area Napoletana siano raramente in eruzione (Ischia non erutta dal 1302, i Campi Flegrei dal 1538 ed il Vesuvio dal 1944) l’emergenza è di fatto continua, perché se la popolazione non ha una corretta percezione del rischio vulcanico è completamente in balia dell’informazione mediatica sensazionalistica, che sfrutta il grande potenziale emotivo del fenomeno vulcanico per diffondere allarmismo. Al contrario, una corretta percezione del rischio è la componente di base per il successo di qualunque operazione in emergenza. Per questo educare la popolazione a conoscere cosa realmente significa rischio vulcanico è l’operazione attualmente più importante nelle nostre aree. E questa educazione è molto più incisiva se acquisita da molto giovani, in età scolare.’’

Da dove nasce la scarsa coscienza di vivere in un territorio a rischio vulcanico nonostante la Regione Campania, in particolare l’area vesuviana, è rinomata per i rischi naturali di tipo vulcanico?

‘’Nasce prima di tutto dal fatto che, come detto, i nostri vulcani eruttano raramente, ed in epoca recente non c’è esperienza di eruzioni. Inoltre, le eruzioni del Vesuvio, quelle più vicine nel tempo, sono state per lo più di esplosività moderata o bassa, per cui manca un’esperienza recente di forti eruzioni esplosive (come fu ad esempio la subpliniana del 1631). Pertanto, le popolazioni attuale sono state naturalmente portate a trascurare il rischio vulcanico, il che ha favorito i fenomeni di intensa urbanizzazione di queste aree, ben oltre i limiti che avrebbe imposto una corretta considerazione del rischio.’’

Sicuramente la Vostra iniziativa è da apprezzare, partire dalle scuole facendo vedere da vicino agli studenti, che sono il nostro futuro, la vostra attività di monitoraggio e sorveglianza dei vulcani campani, accresce la consapevolazza del rischio, ma cosa dovrebbero fare anche le altre istituzioni, quelle politiche in particolare?

‘’Le altre Istituzioni dovrebbero parimenti favorire una conoscenza diffusa del rischio vulcanico e dei comportamenti atti a mitigarlo. La Politica, inoltre, dovrebbe considerare una ri-pianificazione e messa in sicurezza del territorio nell’ottica della minimizzazione del rischio vulcanico.’’

Il Vesuvio è il vulcano più studiato e monitorato al mondo grazie alle vostre strumentazioni e ai vostri ricercatori di altissimo livello. Potrebbe, per coloro che non possono venire dal vivo presso il vs. Istituto, dire dove reperire notizie e aggiornamenti sullo stato di attività e controllo dei vulcani napoletani?

‘’Prima di tutto sul nostro sito web: www.ov.ingv.it, che presto ristruttureremo completamente perché diventi più attrattivo, incisivo e di più facile consultazione. Abbiamo poi in programma molte nuove iniziative, basate sui più avanzati metodi di comunicazione, per divulgare per quanto possibile in maniera capillare le nostre attività e le nostre conoscenze.’’ 

Ai geologi, coloro che vivono più da vicino il territorio, spesso viene chiesta, da gente comune, qual’e la situazione attuale di attività del Vesuvio e dei Campi Flegrei e (domanda classica ma lecita) quando e se erutteranno. Cosa consiglia di dire ai geologi, che spesso si trovano a dover rispondere a gente che pone loro queste domande, in quanto visti, giustamente, professionalmente i più preparati in materia?

‘’Vesuvio e Campi Flegrei (come anche Ischia) sono vulcani attualmente quiescenti ma, per quanto possiamo saperne, ancora attivi; quindi c’è quasi certezza che erutteranno di nuovo in futuro. Purtroppo non possiamo dire quando, perché la previsione dei vulcani è possibile solo a ‘breve termine’ e non ‘a lungo termine’. Prima di una nuova eruzione, però, ci saranno quasi certamente dei fenomeni precursori evidenti, che possono anche iniziare mesi, anni o addirittura decenni prima. Il vero problema, contrariamente a quello che pensa la gente comune, il vero problema non è che potrebbero non esserci fenomeni precursori (mancato allarme), bensì che, anche in presenza di fenomeni precursori evidentissimi, l’eruzione possa non avvenire (falso allarme). Quando infatti la popolazione è molto numerosa (le zone rosse di Vesuvio e Campi Flegrei contengono da 500000 a 700000 persone) evacuare aree enormemente popolate sapendo che la probabilità di un falso allarme è comunque molto alta rappresenta un grande problema, politico, economico e sociale.’’

Li troverebbe utili degli incontri di confronto tra INVG e Ordini professionali?

 ‘’ Certamente, noi siamo aperti e disponibili ad una tale cooperazione.’’

 

fonte foto: INVG http://www.ingv.it/ufficio-stampa/

 

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