Radon: a Salerno il convegno sul tema Radioattività naturale ed ambiente costruito – VIDEO e FOTOGALLERY

Il radon è un elemento chimico che interagisce con la vita dell’uomo in tutti i suoi aspetti e soltanto un approccio multidisciplinare può non solo chiarire le problematiche connesse alla sua esposizione ma anche prevenire e ridurre i rischi correlati alla sua presenza.

Il 2 Marzo, presso la Sala del Gonfalone di Palazzo di Città del Comune di Salerno, si è tenuto il convegno “RADIOATTIVITA’ NATURALE ED AMBIENTE COSTRUITO”, organizzato dal Comune di Salerno, dall’Università degli Studi di Salerno e dall’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Salerno.
Alle ore 9:30 si è dato inizio ai lavori con le presentazioni ed i ringraziamenti di rito da parte dell’assessore Calabrese, del sindaco di Salerno Arch. Vincenzo Napoli, del prof. Sicignano per il Rettore dell’Università di Salerno, Aurelio Tommasetti, del presidente del Consiglio Nazionale degli ingegneri, ing. Zambrano, dell’Ing. Michele Brigante, presidente dell’ordine provinciale degli ingegneri, della vice presidente ANCE, del prof. Villani del Cugri (Grandi Rischi), del presidente dell’Ordine degli architetti della Provincia di Salerno Dr.ssa Maria Gabriella Alfano, ed infine del prof. Domenico Guida da parte del Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi Francesco Peduto.
Il convegno ha preso spunto dalla DIRETTIVA 2013/59/EURATOM del CONSIGLIO del 5 dicembre 2013 che stabilisce norme fondamentali di sicurezza relative alla protezione contro i pericoli derivanti dall’esposizione alle radiazioni ionizzanti, e che abroga le direttive 89/618/Euratom, 90/641/Euratom, 96/29/Euratom, 97/43/Euratom e 2003/122/Euratom, ancora non recepita dall’Italia, ed al Decreto legislativo 241/2000 (esposizione alle radiazioni ionizzanti nei luoghi di lavoro).
Il primo intervento, del prof. Dr. Geologo Domenico Guida, ha illustrato l’approccio “geogenico” utilizzato da UNISA e da altri Enti collegati; ha fornito alla platea, attenta e qualificata, preziose informazioni sulle metodologie di misura, evidenziando altresì come il livello medio di emissione di radon nella provincia di Salerno sia decisamente più alto rispetto alle altre province campane ed italiane.
Legato a questo intervento l’Ing. Simona Mancini (dottore di ricerca) ha riferito sulla normativa vigente, mentre a seguire il prof. Michele Guida, fisico, ha illustrato i presenti anche sulle emissioni “non convenzionali”, ovvero legate alla industria estrattiva petrolifera ed all’utilizzo di materiali quali TiO2 e Zr, che possono essere forieri di isotopi radioattivi. Egli ha inoltre ipotizzato anche di possibili metodologie di utilizzo delle emissioni di Rd per la ricerca, non distruttiva, di sorgenti termali sottomarine, come sperimentato nel Golfo di Policastro (SA).
Il successivo intervento, del prof. Gerundo, è stato di tipo più squisitamente ingegneristico, avendo evidenziato le problematiche legate alla suscettibilità da esalazione del radon e della conseguente, auspicabile, obbligatorietà della valutazione del rischio radon non soltanto nei luoghi di lavoro (già obbligatoria, ex Dlgs 241/2000) ma anche nelle civili abitazioni, analogamente all’Attestato di Prestazione Energetica (“APE”).
Infine, ma non meno interessante, l’esposizione della prof.ssa Francesca Romana D’ambrosio che ha affrontato il tema da un punto di vista storico-artistico, fornendo dotti esempi di luoghi ipogei di grande pregio culturale ma di elevato rischio di esposizione al radon, come ad esempio quelli presenti negli scavi di Ercolano o nella cripta del Complesso monumentale di S. Pietro a Corte (Salerno).
I principi di Conservazione, Fruizione e Valorizzazione del Bene Culturale non possono quindi essere sempre compiutamente rispettati.
In conclusione, il convegno ha ribadito che il radon, con le sue implicazioni è un elemento chimico che interagisce con la vita dell’uomo in tutti i suoi aspetti e soltanto un approccio multidisciplinare, che comprenda geologi, fisici, chimici, biologi, medici, ingegneri ed architetti, può non solo chiarire le problematiche connesse alla sua esposizione ma anche prevenire e ridurre i rischi correlati alla sua presenza, particolarmente elevata in Campania, come anche ben evidenziato nel convegno.

Dr. Geol. Salvatore Candila

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