Ventotene, il vulcano che non c’è più – FOTOGALLERY

Le isole di Ventotene e Santo Stefano sono la culminazione di un enorme edificio vulcanico.

In particolare su Ventotene si verifica spesso la sovrapposizione e interstratificazione tra i due gruppi di rocce vulcaniche.

Ubicazione e Origine

L’isola di Ventotene, insieme a Santo Stefano, appartiene all’arcipelago delle isole pontine, la cui formazione ed evoluzione si può distinguere in due gruppi.

Da un lato il gruppo di Ponza, Zannone e Palmarola, emergenti di un enorme edificio vulcanico sottomarino, e dall’altro il gruppo di Ventotene e Santo Stefano, isole emergenti di un edificio minore.

Dal punto di vista geologico regionale, Ventotene e Santo Stefano fanno parte della provincia magmatica Romana, la cui attività vulcanica ha dato origine da Nord, ai vulcani del Monte Amiata, dei Vulsini, di Vico e dei Sabatini, gli ultimi tre adesso caratterizzati dalla presenza di grandi laghi (Bolsena, Vico e Bracciano), che occupano grandi depressioni calderiche.

Il Gruppo di Ponza, Zannone e Palmarola, invece, molto più antiche, fanno parte della provincia magmatica toscana.

L’edificio vulcanico che culmina con Ventotene e Santo Stefano, è di tipo strato-vulcano, attivo circa 800.000 anni fa. Esso è in parte collassato, presenta un diametro basale di circa 15-20 km e in passato doveva raggiungere un’altezza di circa 800m.

Anche se le due isole oggi sono nettamente separate rappresentano i resti di un grande edificio vulcanico chiamato “Vulcano Ventotene”.

L’isola di Ventotene si è formata in diverse fasi effusive, con formazione di colate e duomi lavici, alternatesi a fasi esplosive, con depositi da caduta, flussi piroclastici e surge.

I prodotti più antichi sono trachibasalti formatisi in ambiente sottomarino e datati ad 1.7 milioni di anni, l’attività vulcanica è cessata intorno a 0.15 – 0.30 Ma di anni fa.

I terreni più giovani, invece, sono costituiti da depositi piroclastici costituiti da un’alternanza di letti di pomici bianche da caduta e paleosuoli di origine piroclastica.

 

Litologie di Ventotene

Generalmente le rocce vulcaniche di distinguono in due grandi gruppi per quel che riguarda i loro comportamenti meccanici: quelle altamente coesive e dense come le colate di lava di basalti,
trachiti e fonoliti, e quelle piroclastiche originate da flussi, surge o caduta.
Al primo gruppo appartengono materiali con densità e resistenza al taglio molto maggiori, seppure fortemente dipendenti dal loro grado di alterazione, di quelle del secondo, che invece comprendono quei materiali frammentati caratterizzati da una estrema variabilità in granulometria e tessitura, che presentano un’alta porosità associata a valori bassi di densità.

Fanno eccezione le ignimbriti che, pur avendo un’origine piroclastica, sono però rocce dure e vengono dunque inserite nel primo gruppo.
Spesso, in natura, questi due gruppi di rocce vulcaniche si ritrovano associati tra loro e ciò comporta un’inevitabile variazione del comportamento meccanico globale dell’ammasso.

Sull’isola di Ventotene queste condizioni di sovrapposizione e interstratificazione tra i due gruppi di rocce vulcaniche è frequentemente presente.

 

Figura 1: Carta Geologica ed Archeologica dell’isola di Ventotene (da Bellucci et al., 1999 mod).

 

In Figura 1, che corrisponde alla Carta Geologica ed Archeologica dell’isola di Ventotene (da Bellucci et al., 1999 mod), possiamo osservare la distribuzione delle litologie presenti sull’isolotto di Ventotene. Da un lato le rocce vulcaniche molto dense date dalle lave trachibasaltiche presenti in particolare lungo il bordo a sud-ovest, dall’altro le rocce piroclastiche sciolte presenti sulla restante parte.

 

Ma qual’è la differenza tra rocce basaltiche e rocce piroclastiche?

La differenza principale è che le rocce basaltiche si originano dal raffreddamento di lava fusa fluida ricca di minerali che osserviamo spesso scorrere in colate, mentre i materiali piroclastici sono detriti solidi costituiti da cenere, rocce e gas, emessi dai vulcani durante eruzioni esplosive che raffreddandosi al suolo, danno origine e flussi piroclastici.

In particolare, i basalti come quelli presenti a Ventotene si formano quando si ha il lento e graduale raffreddamento di flussi di lava basaltica che si fratturano formando delle fessurazioni che danno vita a spettacolari strutture che possono essere esagonali, pentagonali o quadrangolari.

figura 2: le lave trachibasaltiche presso Punta dell’Arco.

Per quanto riguarda i materiali piroclastici, invece, questi, una volta ricaduti a terra possono cementarsi e dare origine a rocce sedimentarie costituite da clasti piroclastici. Queste rocce possono essere composte da materiale di diversa natura e dimensione. Esempi di questo tipo sono le ignimbriti, come il tufo, o le brecce vulcaniche.

Figura 3: i depositi di flusso piroclastico (Tufo) in località Cala Nave.

 

Cosa capiamo dal fatto di avere a Ventotene rocce vulcaniche tanto differenti?

L’isola di Ventotene è caratterizzata dalla presenza di spettacolari falesie, cioè di versanti sub-verticali originati dall’erosione marina dei depositi vulcanici, che presentano un’immersione (cioè una pendenza degli strati) verso est-nord-est.

 

Figura 4: una falesia (parete ad alto angolo generata dall’azione delle onde marine)

 

L’attività magmatica ha un’età compresa all’incirca tra 1 milione e 300.000 anni fa, e si concluse con un’esplosione violentissima, che distrusse gran parte del cono del vulcano, la cui parte centrale era situata qualche km a nord-ovest di Punta dell’Arco.

Ricostruzione dell’edificio vulcanico di Ventotene, in tratteggio il profilo dell’antico vulcano prima dell’ultima eruzione esplosiva (da Bellucci et alii. 1999).

L’erosione operata dal mare e dal vento hanno poi contribuito a modellare le due isole, continuando ad operare tuttora (figura n.4).
Ventotene rappresenta quindi un frammento del fianco sud-orientale di un ampio vulcano ed è formata nella parte inferiore da colate laviche, molto resistenti all’erosione, e nella parte superiore da prodotti derivanti da eruzioni esplosive (pomici, lapilli e ceneri, in genere più erodibili) (figura n.5).

Figura n.5: La parte inferiore dell’isola di Ventotene, costituita prevalentemente da colate laviche (di colore nero) e la parte superiore da prodotti derivanti da eruzioni esplosive (Località Cala Parata Grande)

Le colate di lava, che diedero inizialmente forma ad un ampio cono vulcanico furono seguite per centinaia di migliaia di anni da eruzioni di tipo prevalentemente esplosivo, intervallate da fasi di riposo.

Queste ultime sono contraddistinte dalla possibilità di sviluppo dei suoli e dall’azione erosiva delle acque meteoriche, che si traducono quindi nella presenza all’interno dei depositi vulcanici di paleosuoli (di colore rosso in figura 5) e di superfici erosive.
I prodotti visibili lungo le falesie, sopra le lave, corrispondono ad almeno 27 fasi eruttive, di cui solo tre sono rappresentante da attività effusiva (colate e duomi di lava), e il resto da eruzioni esplosive, con diversi gradi di violenza.

L’ultima eruzione avvenuta a Ventotene fu di tipo esplosivo e probabilmente distrusse parte della struttura vulcanica, predisponendola per il successivo smantellamento ad opera dell’erosione prevalentemente marina: l’insieme dei prodotti di questa eruzione forma un deposito di oltre 30 m, chiamato Tufo di Parata Grande, dal nome della località dove è visibile l’intera successione (figura 5).

 

 

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