Come si interfaccia il GIS con i sistemi di telerilevamento?
Molto spesso si sente parlare di Sistemi Aeromobili a Pilotaggio Remoto e piattaforme GIS associati.
Il motivo risiede nella naturale simbiosi dei due sistemi, caratterizzati nel primo caso da una piattaforma in grado di acquisire informazioni di estremo dettaglio (con i sensori ottici attuali, è possibile realizzare rilievi con una risoluzione a terra di pochi centimetri) ed i sistemi informativi territoriali, i quali richiedono sempre più, un dato di qualità.
Tramite una piattaforma aerea è quindi chiaro come si possa acquisire un dato fotogrammetrico che racchiude in se un vasto range di informazioni, ma come si interfaccia un GIS in tutto questo?
Bisogna innanzitutto dire che “GIS” non è solo l’acronimo di Geographic Information System (Science), ma è l’unione di una figura professionale in grado di gestirlo e sfruttarlo, il software, ed il dato acquisito. Il dato è di notevole importanza, in quanto permette di discriminare la qualità di un prodotto finale. Risulta pertanto più chiaro come la fotogrammetria di alto dettaglio, ottenibile solamente mediante SAPR, permetta di incrementare la qualità del risultato finale elaborato in GIS.
I principali impieghi dei SAPR, interfacciati ai sistemi informativi geografici, sono i modelli digitali del terreno e più precisamente i modelli digitali della superficie. Con la fotogrammetria da SAPR si possono estrarre i DSM (Digital Surface Model) con risoluzione centimetrica, mentre i classici DTM (Digital Terrain Model) reperibili dalla Regione hanno una risoluzione di 5 metri.
Una migliore risoluzione significa discretizzazione superiore dei corpi a terra, che nel caso dei classici DTM, scaricabili online, sarà appunto superiore ai 5 metri, mentre di soli pochi centimetri per il modello ottenuto da SAPR.