Indagine geologica Bronzi di Riace: nuove scoperte

Quando archeologia e geologia si incontrano, nascono indagini capaci di riscrivere la storia. L’indagine geologica sui Bronzi di Riace, le due statue che da oltre cinquant’anni affascinano studiosi e visitatori del Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria, sta aprendo scenari inediti sulla loro origine. La chiave per comprenderne la provenienza potrebbe trovarsi non solo negli archivi storici, ma anche nelle rocce e nei sedimenti.

Un’équipe di geologi, archeologi e geochimici sta applicando tecniche investigative tipicamente usate in ambito forense per ricostruire il “luogo del delitto” – o meglio, il luogo di nascita – delle celebri statue. L’approccio multidisciplinare sta rivoluzionando il modo in cui studiamo le due figure bronzee, recuperate nel 1972 al largo di Riace Marina.

L’indagine geologica sui Bronzi di Riace: come funziona

La geologia forense non è una novità assoluta nel panorama scientifico, ma la sua applicazione sistematica ai beni culturali rappresenta un salto di qualità. L’indagine geologica sui Bronzi di Riace analizza le incrostazioni presenti sulle statue, veri e propri archivi che raccontano decenni – forse secoli – di permanenza sui fondali marini.

Le concrezioni calcaree, i sedimenti intrappolati nelle pieghe del bronzo, persino i microrganismi fossilizzati: ogni elemento viene scrutato con tecniche di microscopia elettronica e spettroscopia. L’obiettivo è ricostruire l’ambiente marino in cui le statue sono rimaste sommerse, ma anche identificare tracce che possano ricondurre al luogo di fusione originario.

L’analisi petrografica dei materiali inglobati nelle incrostazioni può rivelare, ad esempio, la presenza di minerali caratteristici di specifiche aree geografiche. Una sorta di “impronta digitale” geologica che potrebbe confermare o smentire le ipotesi sulla loro origine.

Studio multidisciplinare: l’indagine geologica incontra l’archeologia

Ciò che rende questo progetto particolarmente innovativo è l’integrazione di competenze diverse. I geologi non lavorano da soli: collaborano con archeologi, che forniscono il contesto storico e stilistico; con metallurgisti, che studiano la composizione delle leghe bronzee; con geochimici, che analizzano gli isotopi per tracciare la provenienza del rame e dello stagno utilizzati.

Questa sinergia permette di incrociare dati apparentemente distanti. Se l’analisi geologica individua sedimenti compatibili con i fondali siciliani orientali, e l’analisi isotopica del bronzo indica minerali provenienti da miniere dell’area mediterranea orientale, il puzzle inizia a prendere forma.

La collaborazione multidisciplinare non è solo una scelta metodologica, ma una necessità. Nessuna singola disciplina possiede tutti gli strumenti per rispondere a domande così complesse. Solo integrando prospettive diverse si può aspirare a ricostruire una storia millenaria partendo da frammenti microscopici.

L’analisi geologica dei Bronzi di Riace e il patrimonio culturale

L’indagine geologica sui Bronzi di Riace rappresenta un caso emblematico di come la geologia forense possa contribuire alla tutela e alla comprensione del patrimonio culturale. Le tecniche sviluppate per questo studio potrebbero essere applicate ad altri reperti archeologici recuperati in ambiente marino o terrestre.

La capacità di “leggere” le informazioni geologiche contenute in un manufatto antico apre prospettive straordinarie. Non si tratta solo di stabilire dove un’opera è stata creata, ma anche di ricostruire il suo viaggio nel tempo, gli ambienti che ha attraversato, le vicende che l’hanno portata fino a noi.

In un’epoca in cui il patrimonio culturale è sempre più minacciato – dai cambiamenti climatici ai traffici illeciti – questi strumenti investigativi diventano fondamentali. La geologia forense può aiutare a smascherare falsi, a ricostruire provenienze illegali, a documentare il degrado dei materiali.

Oltre i Bronzi di Riace: una nuova frontiera per le geoscienze

Il caso dei Bronzi di Riace potrebbe segnare una svolta nel rapporto tra geologia e archeologia. L’applicazione sistematica di tecniche geochimiche e mineralogiche ai beni culturali sta trasformando il modo in cui indaghiamo il passato.

Le implicazioni vanno oltre la singola scoperta scientifica. Questa ricerca dimostra che le geoscienze hanno molto da offrire alla comprensione della storia umana, e che la collaborazione tra discipline apparentemente lontane può produrre risultati straordinari.

I Bronzi di Riace continuano a interrogarci, a cinquant’anni dal loro ritrovamento. Ma oggi, grazie alla geologia, abbiamo strumenti nuovi per ascoltare le loro risposte. E chissà che le rocce, i sedimenti e i minerali non abbiano ancora molte storie da raccontare.

 

Fonte: italianjournalofgeosciences.it

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