Stiamo sovrasfruttando le risorse del pianeta, quale ruolo la geologia può avere per rientrare nei limiti naturali e garantendo un futuro più sostenibile?
24 maggio 2018, data simbolo per l’ambiente italiano: il giorno “dell’overshoot day”, ovvero il momento in cui il nostro paese ha esaurito tutte le risorse naturali rinnovabili che la natura ci mette a disposizione e ci rinnova continuamente per la nostra sussistenza, nell’arco di un anno.
Attualmente l’umanità intera, che conta 7 miliardi e mezzo di abitanti, consuma una quantità di risorse, pari a una Terra e mezza; ciò significa che non sono sufficienti gli “interessi” che il pianeta produce e ci rinnova ogni anno, ma stiamo erodendo anche il “capitale” naturale, pari appunto ad una mezza Terra. Questa mezza Terra è un debito ambientale; risorse naturali che i nostri giovani non avranno in futuro, una mezza Terra fatta di rifiuti, scorie e inquinamento. Un’economia basata sul concetto di crescita e consumismo incontrollato ci sta portando al 2050 con la necessità di tre Terre ed ad un collasso della natura, quello che Johan Rockstrom e Anders Wijkman definirono come “natura in bancarotta”. A tutto ciò si aggiunge un tasso di crescita esponenziale della popolazione intera, 2 miliardi di persone in più sono previste entro metà secolo.
Tutte le discipline scientifiche possono concorrere per cercare di minimizzare il più possibile la nostra impronta ecologica, rientrando il prima possibile nelle capacità naturali del nostro pianeta.
Anche la geologia è essenziale poiché è alla base della disponibilità delle nostre risorse da cui ognuno di noi dipende: cibo, acqua, energia e minerali. Gli studi geologici sono necessari non solo per l’individuazione dei giacimenti di risorse fossili da cui dipenderemo ancora per molto, ma anche per una corretta estrazione, sfruttamento, utilizzo, smaltimento e riciclaggio dei rifiuti, cercando di abbassare il più possibile l’impatto ambientale che tutto ciò comporta; la geologia trova notevole importanza anche nella gestione delle risorse idriche sotterranee e superficiali, lo studio dei movimenti e il comportamento degli acquiferi, mitigandone l’inquinamento da una parte e aumentandone la salvaguardia dall’altra, abbinato ad un corretto monitoraggio che preveda anche i periodi di rimpinguamento e di scarsità d’acqua, è essenziale per un maggior soddisfacimento della richiesta dell’oro blu, soprattutto in zone caratterizzate da frequenti siccità. Anche uno sfruttamento e un utilizzo più efficace delle risorse minerarie è sempre più necessario, in particolar modo in un mondo in cui l’industria tecnologica delle energie verdi e innovative tentano di progredire a grandi passi.
I cambiamenti climatici causati dalle continue emissioni di CO2 e altri gas serra, ci stanno avvisando che è arrivato il momento di cambiare subito; è urgente una transizione netta a qualsiasi tipo di energia rinnovabile ed ecco che il settore della geotermia può trovare terreno fertile, con la necessità di potenziare e migliorare gli impianti di sfruttamento di energia sia ad alta che bassa entalpia e quindi un notevole abbattimento in termini di emissioni.
Esiste, inoltre, la necessità di arrestare una piaga ormai incontrollata: il consumo di suolo, dovremmo invece valorizzare in modo sostenibile quello buono che tutt’ora resiste e chi se non i geologi conoscono e riescono ad ottimizzare al meglio le potenzialità del suolo.
Insomma la geologia è importante perché solo con essa riusciamo a studiare il “sistema Terra” evalorizzando le risorse che il pianeta ci offre possiamo essere in grado di soddisfare la nostra sussistenza a lungo termine, non solo in modo equo per tutti gli esseri umani, ma anche con rispetto per l’ambiente che ci circonda.
di Nicola Zagato