Sisma: 24 Agosto come Irpinia per livello – NOTA STAMPA SGI

Nella sessione speciale “Terremoto 24 agosto 2016”, che si è svolta nell’ambito del Congresso della Società Geologica in corso a Napoli presso l’Università Federico II, sono stati presentati i dati raccolti nelle settimane successive al sisma che ha colpito il Centro Italia.

Alla sessione, presieduta dal prof. Carlo Doglioni presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e dal prof. Alessandro Maria Michetti dell’Università dell’Insubria, hanno preso parte ricercatori e tecnici di diversi enti istituzionali e organizzazioni coinvolti nell’analisi del sisma.

“La sessione della SGI sul terremoto di Amatrice del 24 agosto 2016 ha dimostrato come l’analisi dei terremoti e lo studio dei loro meccanismi è necessariamente multidiciplinare. Gli interventi hanno illustrato un’enorme mole di dati raccolti dalla comunità scientifica in soli 10 giorni, partendo dall’analisi sismologica pura, alle informazioni sui movimenti verticali rilevati dai satelliti, i movimenti cosismici registrati dai siti GPS, l’analisi geologico-strutturale dell’area, le anomalie geochimiche e le frane sismoindotte. La sessione è stata un momento importante per la comunità delle geoscienze che vuole mettere tutte le sue competenze al servizio della società civile”, ha commentato il presidente dell’INGV Carlo Doglioni.

Carlo Doglioni

Carlo Doglioni

Intervenendo sulla sequenza sismica di Amatrice, la dottoressa Paola Montone, ricercatrice dell’INGV, ha spiegato che “l’area della sequenza è classificata come una delle zone a più alto rischio sismico in Italia e a più alta vulnerabilità. Il terremoto riflette le caratteristiche proprie dell’Appennino Centrale caratterizzato da un regime di sforzi estensivi perpendicolari all’asse della catena stessa. I meccanismi focali sono del tutto simili a quelli ottenuti per le sequenze sismiche di L’Aquila 2009, Colfiorito 1997 e Norcia 1979. La sequenza sismica – ad oggi –  è contraddistinta da un evento principale di Magnitudo (ML) 6.0, da 1 evento di Magnitudo 5.3 e da 11 eventi di Magnitudo superiore a 4. I dati analizzati finora indicano una geometria complessa e articolata delle strutture profonde responsabili degli eventi sismici. INGV – che rientra come centro di competenza per i rischi sismici e vulcanici all’interno del sistema nazionale di protezione civile – “si è dedicata all’acquisizione, raccolta, elaborazione e successiva modellazione in particolare dei dati sismologici (al momento sono stati localizzati 6000 eventi); dati di terreno delle deformazioni di superficie (faglie e fratture); dati geodetici per lo studio della deformazione cosismica; dati satellitari SAR; dati macrosismici e studi di sismicità storica per il rilievo dei danni; dati geochimici; dati di accelerazioni del suolo; dati di risentimento del terremoto da parte della popolazione. Il personale INGV ha altresì svolto una approfondita attività di comunicazione verso il pubblico ed i media”.

Paola Montone

Paola Montone

L’analisi delle deformazioni superficiali conseguenti al terremoto, mediante tecniche satellitari di interferometria radar, è stata al centro dell’intervento dell’intervento del dottor Riccardo Lanari dell’Istituto per il Rilevamento Elettromagnetico dell’Ambiente del CNR.  “I risultati ottenuti dal team dell’IREA-CNR hanno consentito la generazione, da parte dei colleghi dell’INGV, di un modello di sorgente che evidenzia uno slip massimo di circa 1.5 m. Inoltre, sono state analizzate le caratteristiche del pattern di deformazione sia per le sue componenti a larga scala, sia per quelle a piccola scala, con particolare riferimento ai fenomeni che hanno caratterizzato il monte Vettore”.

Riccardo Lanari

Riccardo Lanari

La professoressa Giusy Lavecchia, dell’Università di Chieti, ha presentato i risultati dei rilievi di terreno effettuati nei giorni immediatamente successivi al terremoto del 24 agosto su faglie precedentemente cartografate da vari gruppi di ricerca. Il suo intervento ha evidenziato il contributo fondamentale della cartografia geologica per lo studio delle strutture sismogenetiche e per l’analisi del rischio sismico.

Lavecchia Giuseppina

Lavecchia Giuseppina

Il professore Livio Franz, dell’Università dell’Insubria, ha affrontato il tema della fagliazione e degli effetti ambientali associati al terremoto del 24 agosto, presentando i risultati preliminari di un lavoro condotto da un team internazionale. “Un nutrito gruppo di scienziati e ricercatori italiani e stranieri – ha spiegato – collabora ai rilievi geologici nell’area epicentrale del terremoto e finalizzati all’identificazione dei fenomeni di fagliazione superficiale e degli effetti ambientali sismicamente indotti. Gli enti di ricerca coinvolti comprendono l’Istituto Superiori di Ricerca e Protezione Ambientale (ISPRA), l’Università degli studi dell’Insubria (Como), L’Università di Camerino, il CNR, nonché le università inglesi di Birkbeck, University College of London, Leeds, Durham e Sheffield: un team di ricerca internazionale che ha già collaborato con successo in occasione del terremoto dell’Aquila del 2009. Lo scopo principale di questa collaborazione internazionale è la mappatura e caratterizzazione della fagliazione superficiale ed il suo monitoraggio attraverso l’uso dell’innovativa tecnica del laser scanner terrestre. Lo strumento consente di ricostruire con precisione millimetrica la geometria dell’area deformata. Successive scansioni della medesima area consentono di ricostruire in maniera differenziale l’andamento temporale della deformazione, con lo scopo preciso di distinguere i movimenti direttamente indotti dal sisma da quelli successivi, dovuti ad un riaggiustamento più tardivo. I dati raccolti finora evidenziano che la fagliazione superficiale associata al sisma del 24 agosto, ipotizzabile per una lunghezza di ca. 20 km, può esser riconosciuta con continuità soprattutto nel settore settentrionale, lungo le pendici del Mt. Vettoretto – Mt. Redentore, dove sono state riconosciute scarpate cosismiche con un rigetto di ca. 20 cm, in accordo anche con quanto osservato da satellite (i.e., interferometria RADAR)”, ha concluso.

Franz Livio

Franz Livio

Il rilevamento macrosismico in emergenza condotto dal Dipartimento della Protezione Civile e dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia ha consentito in pochissimi giorni di delineare le aree di diverso danneggiamento. “In alcune località, tra cui Amatrice, ha spiegato Paolo Galli, del Dipartimento nazionale della Protezione Civile, il livello di danneggiamento ha raggiunto il X grado della scala Mercalli. Si tratta di un livello comparabile a quello di terremoti di magnitudo molto superiore, come quello dell’Irpinia del 1980”.

Galli

Paolo Galli

Il dottor Marco Amanti dell’ISPRA ha presentato i risultati di un gruppo nutrito di ricercatori di vari enti sui movimenti franosi innescati dal terremoto. Il suo contributo ha evidenziato come il ruolo dei geologi nell’individuazione delle aree soggette a dissesti sia molto importante per prevedere i danni secondari collegati agli eventi sismici. Il lavoro di questo gruppo di ricerca è inoltre fondamentale in questa fase di emergenza in cui è necessario individuare le aree in cui allestire gli alloggi provvisori (casette di legno) per le popolazioni delle aree colpite dal sisma.

dscn6306

Marco Amanti

FONTE: UFFICIO STAMPA SOCIETA’ GEOLOGICA ITALIANA

 

Previous Post
Next Post