Purtroppo è sempre e solo nel corso di un forte evento sismico che ci ricordiamo di vivere su un territorio sismico!!!
L’Italia trema. Dopo gli sciami sismici de l’Aquila del 2009 con i suoi tragici avvenimenti, i successivi e altrettanto drammatici in Emilia del 2012 e quelli meno noti avvenuti sempre in Appennino negli ultimi tre anni, negli ultimi giorni l’attenzione è tutta rivolta in centro Italia dove le scosse hanno provocato molte vittime e danni ingenti.
È come se il fenomeno sismico, in Italia, sia sempre una “novità’’ e ancora una volta, l’ennesima, si sentono ripetere le solite frasi: «il 70% delle scuole italiane è in zona sismica»… «poche scuole sono costruite in maniera antisismica».
Mai che nessuno parli di prevenzione e di messa in sicurezza in periodi di “pace sismica”, che parli di eseguire una mappatura, con verifiche sismiche, che obblighino a stretto giro, anche il drastico abbattimento, se necessario, di scuole che non rispecchino le attuali e Vigenti normative antisismiche. A proposito, il fascicolo del fabbricato? (Legislatura 16ª – Disegno di legge N. 3032 Art. 1) ? Qualcuno sà che fine ha fatto?
In primo luogo, e lo ripeteremo fino alla noia, il territorio italiano è tutto a rischio sismico (vedi carta della pericolosità sismica figura 1) e gli sciami sismici, che si ripetono di frequente nel nostro territorio, è purtroppo crudele e atroce dirlo, se non provocano disastri, dopo una settimana dal loro arresto vengono dimenticati da tutti.
Ma cerchiamo almeno di capire alcuni termini che spesso non ci vengono spiegati, nozioni più tecniche e scientifiche come il significato di ‘’effetto di Sito’’ e ‘’Microzonazione sismica’’. Perché è solo conoscendo il fenomeno sismico, anzi geofisico, che possiamo, forse, capire l’importanza della prevenzione e della mitigazione del rischio.
Quindi cos’è l’effetto di sito? In sismologia indica quell’insieme di caratteristiche geologiche che rende un luogo più o meno soggetto a danni conseguenti da una scossa sismica. Da ciò si capisce che la conoscenza degli effetti di sito è uno degli aspetti più importanti dal punto di vista della mitigazione dell’azione sismica di un terremoto.
In particolare la sollecitazione di un terremoto sulle costruzioni può essere di tipo diretto, quando dipende solo dal moto vibratorio del suolo, o di tipo indiretto, quando un sisma attiva fenomeni come frane e liquefazioni dei terreni.
Quindi la conoscenza di tale effetto è molto importante per la scelta di soluzioni progettuali idonee alla mitigazione del moto sismico. In particolare, le situazioni che determinano gli effetti di sito di amplificazione locale (cioè l’aumento della forza energetica di un terremoto) delle onde sismiche, dipendono dalle condizioni stratigrafiche dei terreni (sciolti e molli come sabbie o argille) posti sopra strati più compatti (come le rocce), ma anche da particolari situazioni morfologiche come le zone di cresta dei rilievi, le zone di versanti acclivi o le zone di vallata.
In molti casi l’amplificazione è dovuta a fenomeni di riflessione e rifrazione (cioè il rimbalzo) delle onde sismiche al contatto tra due tipi di terreno che portano all’intrappolamento delle onde sismiche nello strato superficiale e quindi alla successiva ‘’amplificazione’’.
L’individuazione delle aree potenzialmente interessate da fenomeni di frane prodotte da terremoti, o da fenomeni di liquefazione possono essere svolte mediante rilevamenti diretti sul terreno, rilievi eseguiti da esperti geologi, di alcuni elementi indiziari caratteristici della presenza di frane, nonché, da documentazioni storiche e testimonianze riguardanti gli avvenimenti accaduti in passato nella zona.
Invece l’individuazione di eventuali terreni di recente deposizione permette di circoscrivere aree potenzialmente interessate da fenomeni di liquefazione o di densificazione del suolo.
Gli effetti di sito, e con essi le necessarie misure di protezione antisismiche, possono essere individuati anche tramite attente analisi e studi di microzonazione sismica.
Per microzonazione sismica si intende la valutazione della pericolosità sismica, a livello comunale, attraverso l’individuazione di zone del territorio caratterizzate da comportamento sismico omogeneo.
Scopo della microzonazione sismica è individuare e caratterizzare zone stabili, zone stabili soggette ad amplificazione locale del moto sismico e zone suscettibili di instabilità.
Il prodotto finale di sintesi della microzonazione sismica è quindi costituito da mappe del territorio (vedi figura 2) in cui sono indicate, appunto, le zone stabili, nelle quali non si ipotizzano effetti locali di rilievo di alcuna natura, zone stabili suscettibili di amplificazioni locali, nelle quali sono attese amplificazioni del moto sismico, come effetto dell’assetto litostratigrafico e morfologico locale, e zone suscettibili di instabilità, nelle quali gli effetti sismici attesi e predominanti sono riconducibili a deformazioni permanenti del territorio.
Grazie alle Ordinanze del Consiglio dei Ministri del Dipartimento della PROTEZIONE CIVILE, dal 2010 vengono erogati contributi ai comuni per gli interventi di prevenzione del rischio sismico che prevedono la realizzazione di studi di microzonazione sismica, da eseguirsi con le finalità definite da specifici Indirizzi e criteri per la microzonazione sismica della Protezione Civile. Purtroppo solo in alcune Regioni si sta andando avanti con una certa costanza nei finanziamenti. Alcune Regioni sono ferme anche da quattro anni, per il ”famoso Patto di Stabilità”.
Riusciremo un giorno, con questi studi, a pianificare il nostro territorio, finalmente, in modo antisismico e in zone stabili? ai posteri l’ardua sentenza!!!
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